A dispetto del Covid-19, la filiera delle bioplastiche nel 2020 ha avuto una crescita sensibile a tutto tondo: con 280 operatori, l’occupazione è cresciuta in un anno del +4,8% arrivando a 2.780 addetti dedicati e 815 milioni di euro di fatturato complessivo.
Questa filiera serve diversi settori, tra i quali: il packaging alimentare e non, il waste management, la ristorazione, l’agricoltura, l’igiene e la cura della persona, la pet care e gli shopper, come ricordato da Paolo Arcelli, direttore di Plastic Consult, durante la presentazione del 7° Rapporto annuale Assobioplastiche, dal titolo: “Sfide e prospettive per la transizione ecologica”.
Rispetto al 2019, anche il numero delle aziende del settore ha registrato una crescita del +1%, ma è in rapporto al 2012 che l’aumento è stato del +94%. La regione con il maggior numero si conferma essere la Lombardia con 45 aziende, il Veneto con 29, la Campania con 18, seguita da Emilia Romagna, Puglia e Piemonte.
Tenendo come riferimento sempre l’anno 2019, la produzione nazionale è aumentata rispetto a questo anno del 9,6%, arrivando a 110.000 tonnellate.
Per quanto riguarda i settori applicativi, nel 2020 tutti hanno visto un incremento dei consumi, eccetto i sacchetti ultraleggeri, -2,9%. Gli shopper hanno raggiunto le 58.000 tonnellate, +2,7% sul 2019, a causa dei sacchetti fuori norma in polietilene che sono 1 su 4. Positivo anche il trend degli altri settori applicativi, come il film per imballaggio alimentare e non, con una crescita dei volumi del 20% sul 2019, e il film per l’agricoltura, con un +5%, superiore a 2.000 tonnellate.
La crescita delle stoviglie e articoli monouso compostabili ha visto una variazione percentuale tra 2019 e 2020 del +116%, incremento che si avrà anche nei prossimi anni secondo le previsioni a breve termine.
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