- In Italia, il dato pro capite di rifiuto organico intercettato è salito a 125,2 kg/abitante/anno.
- L’obiettivo è arrivare a generare, a partire da questi rifiuti, un miliardo di metri cubi di biometano entro il 2030.
- L’analisi del CIC.
L’Italia, nel 2021, ha trattato una quantità di rifiuti organici pari a 8,3 milioni di tonnellate, di cui 7,3 provenienti dalla raccolta differenziata. La trasformazione di questi rifiuti ha generato circa 2,1 milioni di tonnellate di compost e 406 milioni di metri cubi di biogas, valorizzati mediante la produzione di circa 440 GWh di energia elettrica, 125 GWh di energia termica, e 136 milioni di metri cubi di biometano.
Biometano, il ruolo del PNRR
A renderlo noto è stato il Consorzio Italiano Compostatori (CIC), in occasione dell’evento “Biometano da rifiuti organici: una filiera innovativa per l’economia circolare”, tenutosi a Roma il 16 marzo. Grazie all’attuazione delle misure del PNRR dedicate al settore, ha riferito il consorzio, sarà possibile realizzare o ammodernare oltre cinquanta impianti di produzione di compost e biometano da frazione organica proveniente dalle raccolte differenziate, per toccare quota 300 milioni di m³ di biometano al 2025 e a traguardare la soglia di un miliardo di m³ come potenzialità massima al 2030.
“Quello che prospettiamo è un percorso graduale e con una crescita progressiva, in cui il biometano diventi un pilastro strutturale della politica energetica nazionale. Basti pensare che nel 2018 gli impianti attivi erano sei con 86 milioni di m³/anno di biometano prodotto: sono stati fatti grandi passi avanti e ancora altri ne dovremo fare”, ha spiegato Lella Miccolis, presidente del CIC.
La crescita del settore biowaste
In Italia, il dato pro capite di rifiuto organico intercettato è salito a 125,2 kg/abitante/anno. Un dato positivo, quello riportato dal CIC, che ricorda però la necessità di continuare a lavorare soprattutto nelle regioni del centro e del sud. Il riciclo è affidato, a livello nazionale, a 356 impianti di trattamento biologico. Con una raccolta differenziata a regime sull’intero territorio nazionale, secondo le stime del consorzio, si potrebbe arrivare nel 2025 a raccogliere nove milioni di tonnellate di rifiuto organico l’anno, permettendo al settore del biowaste di toccare quota 13mila addetti e di generare circa 2,5 miliardi di euro di indotto.
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