Dal palco del forum internazionale sulle biotecnologie industriali e la bioeconomia (Ifib) di Bologna, il cluster Spring, Innovhub e Assobiotec hanno lanciato il 3 ottobre l’appello alle istituzioni, anche a livello comunitario, per interventi urgenti di policy a sostegno della bioeconomia circolare, quale leva strategica per lo sviluppo economico e sostenibile del Paese.
Sul palco del forum, promosso con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna, si sono alternati speaker da 15 diversi Paesi con presentazioni di applicazioni industriali che stanno portando una vera e propria rivoluzione nei processi e nei prodotti disponibili sul mercato. Con un focus su agrifood e nuovi bio-materiali, l’evento si è caratterizzato come un’occasione per approfondire i nodi normativi che bloccano lo sviluppo del comparto, per conoscere le skill professionali oggi sempre più richieste per il settore bio-based e per discutere il ruolo della bioeconomia circolare per la transizione ecologica.
Bioeconomia circolare, Bastioli (Spring): “Gap normativo da colmare”
Proprio i progressi raggiunti nei settori della chimica bio-based e delle biotecnologie hanno contribuito allo sviluppo di nuove bioraffinerie, in grado di utilizzare materie prime di origine rinnovabile convertendole in bioprodotti, bioenergia e biocarburanti, e utilizzando in modo efficiente le risorse senza sprechi. Questi impianti innovativi sono infrastrutture essenziali per rendere la bioeconomia davvero circolare, interconnettendo i settori e trainando anche l’industria tradizionale.
I bioprodotti sono oggi strumenti chiave per accelerare il passo verso il conseguimento di obiettivi ambientali e climatici sfidanti: “C’è un gap normativo che va colmato per non perdere le importanti opportunità mentre gli altri Paesi e continenti, forti di una strategia definita, di ingenti supporti economici e di capacità produttive in vertiginosa crescita, accelerano” ha affermato Catia Bastioli, presidente del cluster Spring.
Preservare e ripristinare le risorse naturali con la bioeconomia
Al forum è stato sottolineato che le biotecnologie industriali sono un volano di innovazione e rappresentano uno strumento concreto a disposizione per dare una risposta sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, al fabbisogno di cibo, materiali ed energia a base biologica. Elena Sgaravatti, vicepresidente di Federchimica Assobiotec, ha rilanciato i dati della ricerca del McKinsey Global Institute secondo cui fino al 60% degli input per l’economia globale potrebbe essere prodotto attraverso le biotecnologie e si calcola che, grazie alle biosoluzioni, le emissioni di CO2 possono essere ridotte dell’8%.
In particolare, come ha evidenziato Massimo Dal Checco, amministratore unico di Innovhub, le bio-soluzioni riguardano diversi ambiti di competenza: dal recupero e dalla valorizzazione scarti agricoli, fino allo sviluppo di bio-materiali e biocombustibili soprattutto in ambito agroalimentare. Una best practice, quella della bioeconomia circolare che permette di preservare e ripristinare le risorse naturali attraverso una gestione sostenibile dell’acqua, del suolo, e della biodiversità.
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