Il 12 marzo, all’Auditorium del Ministero dell’Ambiente, la Direzione generale per il Clima e l’Energia ha promosso l’evento di lancioFormazione e diffusione del Green Procurement. Rafforzare le competenze degli operatori pubblici e la competitività del sistema Paese” con cui avvia le attività della linea di intervento (L1Wp1) del progetto “CReIAMO PA” dedicata agli appalti pubblici verdi. 

Il proposito è quello di rafforzare le competenze degli operatori della PA responsabili degli appalti e delle centrali di acquisto, per supportarli nell’uso del Green Public Procurement (Gpp) e nell’integrazione di criteri ambientali minimi (Cam) durante le procedure di acquisizione di prodotti e servizi.

Con il contributo dell’Ege ed Energy Manager Guido Donato Mozer, che segue, Canale Energia punta a dipanare la disinformazione sul tema. Di seguito il panorama normativo che fa da sfondo all’introduzione dei criteri ambientali negli acquisti della PA.

L’integrazione degli aspetti ambientali nei processi di acquisto verdi, i Green public procurement (Gpp), della Pubblica Amministrazione ha l’obiettivo di integrare considerazioni di carattere ambientale all’interno dei processi di acquisto. Si basa sulla visione d’insieme di tutto il ciclo di vita, prendendo in considerazione non solo gli aspetti attribuibili alla progettazione, alla produzione, all’uso e allo smaltimento, ma anche i costi effettivi per la collettività. Un aspetto importante considerato che l’insieme degli appalti pubblici rappresenta oggi circa il 16% del PIL dell’UE e costituisce un potenziale motore economico per favorire l’adozione di tecnologie ambientali.

Il Piano d’azione nazionale sui Gpp

Nell’ottobre del 2007 il Ministero dell’Ambiente istituiva il Comitato di gestione per l’attuazione del Piano d’azione nazionale sui Gpp. Parallelamente la Legge finanziaria per il 2007 stanziava i primi fondi. Il decreto attuativo è stato emanato l’11 aprile del 2008 approvando il Pan Gpp.

Il Piano prevede l’adozione di misure volte all’integrazione della sostenibilità ambientale nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni, con riferimento specifico ai criteri di riduzione de:

  • l’uso delle risorse naturali;
  • l’uso delle fonti energetiche non-rinnovabili;
  • la produzione di rifiuti;
  • le emissioni inquinanti;
  • i rischi ambientali.

Codice degli Appalti e Criteri ambientali minimi

D’altro canto il Codice degli Appalti dispone l’adozione di Criteri ambientali minimi (Cam), prescrivendo l’inserimento delle relative specifiche tecniche e clausole contrattuali all’interno della documentazione progettuale e di gara, per assicurare performance ambientali al di sopra della media del settore e a quelle previste dalle leggi nazionali e regionali vigenti.

Le indicazioni del Pan Gpp risiedono, di fatto, in una serie di DD.MM. che abbracciano diversi ambiti di intervento e di categorie merceologiche: arredi, materiali da costruzione, illuminazione e riscaldamento, trasporti, etc.

Il Piano presenta un quadro regolatorio in evoluzione, nel novero dei decreti più attuali ed aggiornati, che riguardano il settore energetico. Si segnala:

  • il D.M. 7 marzo 2012 “CAM per l’affidamento di servizi energetici per gli edifici servizio di illuminazione e forza motrice servizio di riscaldamento/raffrescamento”;
  • il D.M. 11 ottobre 2017 “CAM per l’affidamento dei servizi di progettazione lavori per la nuova costruzione ristrutturazione e manutenzione di edifici pubblici”;
  • il D.M. 28 marzo 2018 “CAM per servizio di illuminazione pubblica”.

Ai sensi delle norme citate, le stazioni appaltanti sono tenute a utilizzare, per qualunque importo e per l’intero valore delle gare, almeno le specifiche tecniche e le clausole contrattuali definite nei CAM. Inoltre, i “criteri premiali” sono da tenere in considerazione ai fini della stesura dei documenti di gara anche per l’applicazione dell’offerta economicamente più vantaggiosa.

L’articolo prosegue qui con le indicazioni aggiuntive contenute nei Criteri ambientali minimi


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