Oggi 9 aprile, si è svolta la 1° giornata italiana della lana organizzata da Gomitolorosa Onlus, in collaborazione con Agenzia lane d’Italia e Legambiente, al fine di sostenere il recupero di questo prodotto naturale, riducendone lo spreco. L’istituzione della giornata della lana italiana converge con la Giornata Europea della Lana, in seguito alla promozione da parte di Ewe, European Wool Exchange,  fondazione di cui Gomitolorosa è ideatore. Ewe coordina tutte le associazioni che in Europa si occupano di economia circolare della lana.

Al giorno d’oggi, la lana è ritenuta relativamente una risorsa, è diventata più un costo da sostenere: la lana tosata, quando non viene venduta, è considerata dalla legge italiana un “rifiuto speciale”, pertanto non la si può certamente lasciare nei campi, né bruciare. Ogni pecora produce circa 1,5 kg di lana all’anno e ovviamente va tosata periodicamente. A causa del suo utilizzo sempre più ridotto, ci troviamo in un contesto di sovrapproduzione, preferendo al suo posto fibre sintetiche che hanno un costo ridotto.

Patrizia Maggia, presidente dell’Agenzia lane d’Italia, è intervenuta alla giornata organizzata con Legambiente affermando  di essere felice che si sia istituita una giornata sulla lana insieme a Gomitolorosa. “Fibra oramai trasformatasi per i nostri allevatori in un prodotto scarsamente commerciabile e di difficile smaltimento. Agenzia lane d’Italia da sempre si impegna nel sostenere le lane autoctone, i suoi possibili utilizzi e i nuovi sbocchi anche in ambiti non tradizionali, ma è un percorso tutto in salita”.

Come non sprecare la lana

A causa della pandemia, la raccolta della lana da parte dei commercianti è stata ancora più difficoltosa, per cui purtroppo molta lana delle ultime tose è rimasta abbandonata. Una soluzione a questo problema dell’abbandono, potrebbe essere quella di creare dei centri di raccolta che potrebbero diventare dei punti strategici per il conferimento della lana da parte dei pastori.

“La pandemia ci ha fatto riflettere sul nostro rapporto con l’ambiente e l’economia circolare, io mi auguro che ciò ci guidi verso scelte più responsabili e ci orienti verso prodotti di cui conosciamo il territorio d’origine, con una filiera trasparente come quella che la lana è in grado di offrire, continua la presidente. Sempre più giovani si avvicinano al mondo della pastorizia e dell’allevamento ovino, molti laureati in scienze agricole e con una visione imprenditoriale diversa. Stanno nascendo scuole orientate alla pastorizia come quella  della Coldiretti di Cuneo e università di Torino.

La Presidente continua spiegando come sia molto importante la formazione sulla procedura della tosa, che avrebbe un impatto fondamentale sulla lana sucida (lana grezza ancora sporca), perché se viene fatta una prima cernita, questa potrebbe essere venduta ad un prezzo molto più vantaggioso.

La recente attività dell’agenzia lane d’Italia persegue l’intento di valorizzare e promuovere l’utilizzo della lana italiana, come sottolinea la presidente Maggia, attraverso la pianificazione di una ricerca a livello nazionale, dalla quale dovrebbero emergere tutte le realtà che nelle singole regioni utilizzano a vario titolo la lana autoctona. Questo per poter avere un panorama italiano completo su quanto viene utilizzata la lana sul nostro territorio e di conseguenza di quanta invece ne rimanga dispersa.

“Dobbiamo diffondere la conoscenza sul valore di questa preziosa fibra e sostenere gli allevatori, veri custodi dei territori montani, recuperare saperi e tradizioni, ma soprattutto introdurre innovazioni e nuove tecnologie per promuovere l’utilizzo della lana. Giornate come l’evento di oggi sono dei tasselli importantissimi perché ognuno  di noi deve fare la sua parte”, conclude la presidente Maggia.

La lana può essere terapeutica: economia circolare e solidarietà si incontrano

Alberto Costa, presidente di Gomitolorosa Onlus e Oncologo, invita a non sprecare i chili di lana, che potrebbero essere trasformati in gomitoli ed utilizzati dalle pazienti oncologiche nella lanaterapia, da cui traggono beneficio lavorandola a maglia. “Noi di Gomitolorosa siamo molto fieri di proporre l’uso della lana come aiuto per chi è malato e si trova in solitudine durante le cure. Il lavoro a maglia è un grande beneficio per le pazienti oncologiche”, afferma il Presidente. E’ dal 2012, che i volontari di Gomitolorosa promuovono e sostengono la lanaterapia in dieci ospedali da Milano a Messina, perché ne osservano il giovamento che le pazienti oncologiche traggono durante le terapie.


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