La Città di Torino insieme con il Conoe, Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali e animali esausti, e l’utility di gestione del servizio raccolta rifiuti Amiat Gruppo Iren hanno siglato un accordo sul recupero degli oli vegetali esausti di provenienza domestica.
Si tratta dell’estensione progressiva della raccolta con il posizionamento degli appositi cassonetti in diversi punti della Città.
Si tratta del recupero di “uno scarto che, mal gestito, ha un impatto negativo sull’ambiente” spiega l’assessora Chiara Foglietta.
L’obiettivo è arrivare a recuperare quelle 1.000, 1.500 tonnellate di olii esausti che vengono normalmente prodotti dai torinesi e non sempre correttamente smaltiti.
Si tratta di recuperare dall’olio di oliva e di semi vari usati per frittura, oli di conservazione dei cibi in scatola o in vetro e oli vegetali deteriorati o scaduti.
Olio esausto accordo a Torino: i luoghi e le metodologie di conferimento
I luoghi di conferimento scelti sono aree di grande frequentazione come: scuole pubbliche, supermercati, parrocchie. La prima circoscrizione a vedere istallato questo servizio sarà la Circoscrizione Otto.
L’olio vegetale esausto dovrà essere filtrato da impurità ed eventuali residui di ciboe conferito in bottiglie di plastica ben chiuse da depositare all’interno degli appositi contenitori di colore blu.
Ovviamente la campagna di raccolta di prossimità si somma a quella già presente nei centri di raccolta Amiat.
Quanto inquina l’olio esausto
L’olio esausto disperso nelle acque e nelle fogne è un grande inquinante. Difatti impedisce l’ossigenazione delle forme di vita presenti fino a compromettere l’esistenza di flora e fauna.
Un chilo di olio vegetale esausto può inquinare con facilità una superficie d’acqua fino a 1000 metri quadrati. Nella rete fognaria invece sono causa di mal funzionamento perché possono intasare condutture e depuratori. Inoltre aumentano i costi di depurazione delle acque inquinate fino a 1,10 euro al chilogrammo e il consumo di almeno 3 kW/h di energia.
A differenza di altre tipologie di rifiuti, gli oli esausti si possono riciclare completamente. Difatti, se correttamente recuperati, “Gli oli vegetali esausti rappresentano una enorme risorsa se oggetto di pratiche di recupero corrette, consapevoli e costruttive” sottolinea il Presidente del Consorzio, Tommaso Campanile. “È un dovere prioritario procedere a costruire intorno a questa tematica una coscienza collettiva improntata ai principi della salvaguardia ambientale che inizia, in prima battuta, con la sottrazione di questo rifiuto a pericolose pratiche di dismissione incontrollata per arrivare ad una riconversione in biodiesel, con conseguenze positive in termini di emissioni di gas serra”.
La campagna di comunicazione
Guidata dal claim ‘Trasforma un rifiuto in risorsa’, una campagna di comunicazione congiunta di Città, Conoe e Amiat con l’affissione di manifesti e locandine, la distribuzione di opuscoli informativi.
“Dopo alcune sperimentazioni siamo davvero soddisfatti di poter avviare in modo sistematico la raccolta degli oli esausti, che arriverà a coinvolgere tutta Torino – commenta Paola Bragantini, presidente Amiat Gruppo Iren – È un progetto rilevante, che ci sfida, insieme alla Città e a CONOE, a realizzare quella che potrà diventare un esempio e una best practice anche per altre realtà metropolitane, partendo da un’efficace comunicazione ai cittadini per accompagnarli nell’adozione di una nuova abitudine per la corretta separazione e conferimento di un rifiuto che, altrimenti, costituisce a tutti gli effetti un inquinante”.
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