Non adeguato. Il sistema ETS sui rifiuti al centro di un documento critico

Le associazioni del settore rifiuti, italiane ed europee, puntano il dito sulle criticità dell’ETS per il settore rifiuti.

Foto Di Nathan Copley Da Pixabay

ASSOAMBIENTE, insieme ad altre associazioni europee per la gestione dei rifiuti (FNADE, ASELIP e VOEB), ha formalizzato la propria posizione critica nei confronti del sistema di scambio di quote di emissioni dell’Unione Europea (EU ETS). Attraverso un documento congiunto, le associazioni intendono evidenziare le criticità di tale sistema, in particolare per quanto riguarda la sua applicazione agli impianti di termovalorizzazione e, più in generale, al settore rifiuti.

La decisione della Commissione Europea di studiare l’inclusione dell’incenerimento dei rifiuti urbani nel sistema ETS ha generato preoccupazione. Le associazioni sostengono che tale approccio ignora le specificità di questo settore e che l’esperienza di paesi come la Germania abbia dimostrato come il sistema non contribuisca a ridurre le emissioni di CO2 o ad aumentare i tassi di riciclaggio.

Le criticità del sistema secondo le associazioni

Il documento congiunto evidenzia diverse ragioni per cui il sistema ETS si rivela inadeguato per il settore rifiuti. Le ragioni sarebbero molteplici, secondo i sottoscrittori del documento.

  • In primo luogo, la prevedibilità dei costi, essenziale per le autorità locali e i cittadini, risulta compromessa dalla volatilità del prezzo delle quote di CO2.
  • L’inclusione dell’incenerimento dei rifiuti urbani nel sistema ETS potrebbe incentivare il dirottamento dei rifiuti verso trattamenti meno virtuosi, con conseguenze negative per l’ambiente.
  • Inoltre, le entrate derivanti dalla gestione dei rifiuti dovrebbero essere reinvestite a livello nazionale per sostenere misure più efficaci per la riduzione delle emissioni, anziché confluire in un sistema centralizzato.

I costi eccessivi del sistema ETS ricadrebbero sui cittadini, a fronte di riduzioni di emissioni limitate. Si aggiunga a ciò il rischio di un aumento delle emissioni da trasporto: il trasferimento dei rifiuti verso impianti di trattamento esistenti o meno efficienti comporterebbe un aumento delle emissioni inquinanti, andando contro i principi fondamentali della Direttiva UE sui rifiuti, che promuove la riduzione dell’impatto ambientale e la gestione sostenibile.

Il documento intende al contrario sottolineare l’importanza della valorizzazione energetica dei rifiuti non riciclabili, che consente di ridurre il conferimento in discarica e le relative emissioni, rappresentando una soluzione più in linea con i principi dell’economia circolare.

Gli obiettivi del documento

Il documento congiunto, attualmente sottoscritto da quattro delle principali associazioni europee operanti nel settore della gestione dei rifiuti – Assoambiente (Italia), FNADE (Francia), ASELIP (Spagna) e VOEB (Austria) – rappresenta un’iniziativa aperta e inclusiva, che invita all’adesione tutte le altre realtà europee interessate.

Questo orientamento collaborativo mira a costruire un fronte comune, per promuovere l’adozione di un approccio più efficace e sostenibile alla gestione dei rifiuti e alla riduzione delle emissioni di carbonio.  Attraverso il documento, si intendono fornire un quadro completo delle criticità e delle alternative possibili,


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