L’indotto economico generato dalla filiera del riciclo vale 592 milioni di euro

imballaggi conai alluminio tour d'eiffelSe la materia utilizzata per costruire la Tour d’Eiffel venisse interamente non utilizzata e tornasse in natura? È un po’ quello che accade con grazie al recupero dei materiali con il riciclo. Quest’anno sono state “risparmiate” 440 Tour d’Eiffel, annuncia il Conai, Consorzio nazionale imballaggi.

Si tratta di un risparmio di 4 milioni e 469mila tonnellate di materia prima vergine. Per un valore d’altra parte, di materia riciclata, pari a 402 milioni di euro. Nel dettaglio, 270mila tonnellate di acciaio, oltre 19mila tonnellate di alluminio, un milione e 80mila tonnellate di carta, 907mila tonnellate di legno, 433mila tonnellate di plastica, e un milione e 760mila tonnellate di vetro. Il recupero energetico è di 27 milioni di euro, mentre l’indotto economico generato dalla filiera è invece di 592 milioni di euro.

Sono numeri che fanno riflettere” commenta il presidente Conai Luca Ruini. “Come ricordo spesso, l’Italia in Europa è seconda solo alla Germania per riciclo pro-capite dei rifiuti di imballaggio. Abbiamo praticamente già raggiunto gli obiettivi europei di riciclo richiesti entro il 2025, e il nostro sistema Paese continua a fare scuola in Europa. Anche perché ha uno dei sistemi di responsabilità estesa del produttore meno costosi e più efficienti”.

Il sistema Conai ha garantito l’avvio a riciclo di quasi 32 milioni di tonnellate di imballaggi: significa che in ventidue anni è stato evitato il riempimento di 160 nuove discariche di medie dimensioni (calcolo effettuato considerando per ciascuna frazione merceologica un dato di densità apparente da fonte Erica, con uno specifico grado di compattazione).

“Ora dobbiamo continuare a lavorare per incentivare l’eco-design e per sviluppare e potenziare le tecnologie per il riciclo, auspicando al più presto incentivi fiscali per chi usa materia prima seconda: la sua domanda sta purtroppo calando, e non possiamo permetterci di lasciare inutilizzati gli enormi quantitativi di materiale che il Paese ricicla. Ci auguriamo per questo si arrivi presto anche a una concreta attuazione del Green public procurement e alla chiusura di nuovi provvedimenti sull’End of waste” conclude Ruini.

L’impatto del Covid-19 sul settore del riciclo

L’abbassamento della produzione ha portato ad un abbassamento dei costi delle materie prime vergini, spiega Edo Ronchi, presidente fondazione per lo Sviluppo sostenibile, il che ha influito anche sui costi delle materie prime seconde, cioè quelle riciclate. “Se il nostro sistema non fosse stato adeguatamente organizzato e fosse dipeso solo dal mercato, avremmo corso il serio rischio di avere i rifiuti per strada perché il loro riciclo – che attualmente è la loro principale forma di gestione – non era conveniente dato il forte calo dei prezzi di mercato delle materie prime seconde ricavate dal riciclo”. Una crisi sventata secondo Ronchi grazie al modello Conai, quindi: contributo ambientale pagato con, bassissima elusione.

Un impegno riconosciuto dal ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli nel messaggio di partecipazione inviato nel corso della presentazione on line del Green economy report. “A primavera l’arrivo della pandemia ha caratterizzato anche la vostra attività, e se all’emergenza sanitaria non si è sommata quella dei rifiuti, è grazie alla prontezza con cui vi siete  adoperati, anche con le istituzioni, per ovviare al blocco di interi
settori economici legati al materiale riciclato” che ha ricordato anche l’attenzione al tema del Governo: “L’introduzione di provvedimenti urgenti ha dato continuità al trattamento del riciclo permettendo di continuare a gestire i rifiuti in capo al vostro sistema che a oggi si occupa di raccogliere il 30% dei rifiuti urbani e l’8% dei rifiuti totali”.

Gli accordi con l’Anci

In Italia è rimasto superiore al 92% il numero dei comuni che hanno stipulato convenzioni con il sistema consortile grazie all’accordo con Anci.

Nel 2019, il 53% dei rifiuti di imballaggio conferiti in convenzione Anci-Conai è arrivato dal Nord Italia. Il 28% dalle Regioni del Sud e il 19% da quelle del Centro.

Le regioni del Mezzogiorno negli ultimi cinque anni hanno registrato il maggior conferimento di rifiuti di imballaggio pro-capite: uno scatto di 36 kg per abitante che, nel 2019, ha permesso di raggiungere una media complessiva di 86 kg. In testa sempre le regioni settentrionali, con un pro-capite che sfiora i 100 kg di imballaggi conferiti in raccolta differenziata.

Il Sud continua però a scontare un problema di grave carenza impiantistica per il trattamento dei rifiuti: l’augurio è che parte delle risorse del Recovery fund possa essere impiegata per risolverlo” spiega Ruini. Quindi c’è ancora molto da fare per “risparmiare”  altre Tour d’Eiffel…


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