Le batterie al litio provocano incendi negli impianti di trattamento dei Rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (Raee). In media quattro volte al giorno le batterie esplodono in seguito agli urti e agli sfregamenti subiti durante il processo di lavorazione. Il pericolo riguarda tutti i piccoli elettrodomestici dotati di batterie al litio, che ricadono nel raggruppamento R4.
I Raee più a rischio
A denunciarlo è il presidente di AssoRaee Giuseppe Piardi, in un’intervista pubblicata sul sito del consorzio Ecodom. “Il problema è dato dal considerevole aumento delle apparecchiature elettriche ed elettroniche che contengono batterie al litio”, sottolinea Piardi. Solo nel 2019 sono state raccolte e trattate oltre 72 mila tonnellate. La fase di trattamento è compromessa dagli inneschi delle pile non rimosse dai dispositivi, che siano spazzolini elettrici o rasoi. La dimensione della batteria non è direttamente proporzionale alla sua pericolosità: i Raee a rischio sono “quelli dotati di batterie al litio non rimovibili o batterie rimovibili che però non sono state rimosse”. I dispositivi in cui la rimozione non è possibile sono lavorati “con macinatori inertizzati con azoto, un elemento che toglie ossigeno e quindi impedisce lo sviluppo di scintille e fiamme”.
Le esplosioni sono più frequenti la domenica, spiega Piardi: “Nel corso dell’ultimo anno si è verificato un episodio piuttosto preoccupante nel nostro impianto di Angiari quando una batteria ha innescato un piccolo incendio su un cumulo di rifiuti”. Durante la turnazione settimanale “il personale specializzato in servizio preleva i dispositivi che bruciano e li mette in sicurezza”.
Elevati costi di prevenzione incendi
Al momento le misure preventive adottate da AssoRaee prevedono “un lavoro di bonifica molto rigoroso che precede quello di recupero delle materie prime seconde”. La bonifica consiste nella rimozione manuale da parte dei tecnici della batterie dai dispositivi. Ne conseguono costi molto elevati per gestire il rischio incendio ed esplosione come “schiumogeni che abbiano una certa caratteristica” e “sistemi che si allertino e si attivino in automatico quando rilevano la presenza di fumo, scintille o fuoco”.
Le soluzioni avanzate
Comunicazione al cittadino
Oggi l’UE lavora per reintrodurre le batterie al litio rimovibili sugli smartphome, all’indomani anche dei numerosi casi di incendi spontanei dei Samsung Galaxy note 7. Ad ogni modo, un primo passo per arginare il fenomeno è informare il consumatore. Bisognerebbe fornirgli informazioni sulla normativa in vigore che prevede il conferimento separato dei Raee dotati di batteria rimovibile. Inoltre, distinguendo tra apparecchiature con e senza filo, il cittadino potrebbe “concentrarsi solo sulla seconda categoria di rifiuti e arrivare all’isola ecologica con la batteria già smontata dalle rispettive apparecchiature”.
Modifica normativa e nuovo Raggruppamento R4
Per risolvere ogni problema, conclude Piardi, andrebbe modificata la normativa e inserito un Raggruppamento R4 B “in cui finiscano tutti i Raee con batteria non rimovibile”. Una opzione per dividere “i costi, le responsabilità e i rischi connessi a questo problema” tra “tutti gli altri attori del sistema”.
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