La seconda vita delle cose

Il Politecnico di Torino coordina il progetto CRITERIA per recuperare minerali critici da rifiuti estrattivi

 

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L’iniziativa europea, finanziata dal Programma Horizon nel quadro della rete Marie Skłodowska-Curie Doctoral Network, è stata lanciata l’8 novembre scorso in occasione di un incontro ufficiale nella sede dell’ateneo torinese. I locali del DIATI, il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, Territorio e Infrastrutture, hanno ospitato l’incontro che ha segnato la partenza dell’iniziativa. All’evento hanno partecipato i quattro atenei partner del progetto CRITERIA coordinato dal Politecnico di Torino: Università della Calabria, Universitat Politecnica de Catalunya, Instituto Superior Tecnico di Lisbona e il KTH di Stoccolma. Presenti all’evento di lancio anche le quattro industrie coinvolte, operative in diversi paesi: Minerali Industriali, Atalaya Mining, Circular Water Technologies e Imhoit.

L’obiettivo ultimo dell’iniziativa finanziata dal programma Horizon è quella di formare figure professionali che possano operare nell’ambito della ricerca e dell’industria; in particolare, nel recupero e riciclo di materie prime critiche ricavate dai residui dell’attività mineraria.

Un approccio sostenibile alla gestione dei rifiuti estrattivi

Spesso si punta a indagare l’impatto ambientale e i problemi legati alla gestione dei rifiuti minerari, però non sono ancora molti i progetti che indagano la possibilità di recuperare materie prime critiche (CRM) dai rifiuti estrattivi.  L’industria mineraria rappresenta l’attività produttiva più importante per lo sfruttamento delle CRM, ma non è l’unica.

Il progetto CRITERIA è in linea con quanto prevede il Critical Raw Material Act dell’Unione Europea (2024/1252), che mira a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime critiche strategiche per la transizione energetica. Tuttavia, oltre alla parte estrattiva prevista in una quota di consumi annuali UE del 10% entro il 2030, il Regolamento contempla anche – e forse soprattutto – un’ampia parte relativa ad attività di recupero e riciclo, con una quota di consumi annuali che è più del doppio di quella prevista per le attività estrattive dei CRM: il 25%.

L’iniziativa CRITERIA, con durata quadriennale, ruota appunto attorno alla caratterizzazione, coltivazione e trasformazione dei residui dell’attività mineraria, al fine di recuperare materie prime critiche necessarie alla transizione ma anche allo sviluppo economico del Continente.

Oltre che ad allinearsi ai requisiti del Regolamento UE, il progetto ha anche un obiettivo prettamente accademico: attivare 13 percorsi di dottorato, gestiti congiuntamente dai diversi partner, per offrire una formazione accademica e industriale agli allievi, in modo da agevolare l’immissione nel mercato del lavoro di figure professionali esperte nei settori considerati.

L’importanza di collaborare

La maggior parte delle università europee che partecipano al progetto CRITERIA, compreso il Politecnico di Torino, rientrano nell’ambito di un incubatore o, per meglio dire, di un ecosistema di progetti affini: l’Alleanza Europea Unite!

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Castello del Valentino, sede originaria del Politecnico di Torino

Unite! è una delle Alleanze Universitarie Europee nate per costruire uno spazio universitario transnazionale che rafforzi la cooperazione tra atenei e istituzioni nel campo della didattica, della ricerca, dell’impatto sociale, dell’innovazione. Connette i settori di ingegneria, scienza e tecnologia con le più grandi sfide della società, coinvolgendo attivamente studenti, docenti e personale amministrativo per contribuire al futuro della cittadinanza europea.

Ma il concetto di collaborazione nell’ambito di questo specifico progetto, non si esaurisce in un mero scambio tra atenei universitari. Quattro soggetti industriali sono attivamente coinvolti nelle operazioni volte a trasformare, coltivare e recuperare le materie prime critiche dai residui minerari. L’italiana Minerali Industriali S.r.l., ad esempio, è disponibile a studiare, proporre e realizzare soluzioni per il recupero di una grande varietà di rifiuti minerari. Anche in questo senso si parla di collaborazione.

Mariachiara Zanetti, docente presso il DIATI e referente scientifica del progetto, così spiega: “La collaborazione di atenei europei, coadiuvati da partner industriali, è fondamentale per lo sviluppo di attività di formazione e di ricerca nell’ambito della caratterizzazione, coltivazione e trasformazione di minerali primari e residui utili al recupero di materie prime critiche”.


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