Smaltire l’amianto è un problema di bonifica ambientale, salute e costi che ricade spesso quasi totalmente sui privati. Un impegno che può raggiungere anche dei livelli economici importanti che non facilitano lo smaltimento di questo materiale, soprattutto per le zone più piccole e isolate.
Una strategia può essere fare sistema tra privati e agire come comunità coesa. Un potenziale importante come dimostra l’isola di Capraia, che con questa testata seguiamo già da diversi anni come laboratorio permanente dalle potenzialità di isola a impatto zero grazie all’iniziativa Capraia Smart Island capeggiata da Chimica verde Bionet.
Questa volta la Conferenza di Capraia Smart Island ha aderito a un’iniziativa voluta dalla Associazione proprietari di casa di Capraia, iscritta a Confedilizia: lo smaltimento collettivo dell’amianto sull’Isola. Una chiamata a cui hanno risposto dodici famiglie e che grazie alla condivisione hanno visto scendere di circa due terzi i costi di smaltimento.
“E’ stato una grande impegno e un momento di grande collaborazione” spiega a Canale Energia Sofia Mannelli tra i consiglieri dell’Associazione e anche mente di Capraia smart island che ha seguito con Luca Torrigiani la procedura di assegnazione dello smaltimento. “Abbiamo fatto i sopraluoghi con quattro ditte. Nel complesso c’è stata anche una certa oscillazione nei preventivi” spiega.
Logistica e impegno collettivo per smaltire l’amianto
A pesare, nel caso dell’isola di Capraia, non è solo il costo dello smaltimento dell’amianto, ma la stesso logistica del posto. La distanza dalla terraferma per dire lo scoglio più evidente è di tre ore di traghetto da Livorno. Tempistiche che possono variare molto o saltare del tutto in caso di mal tempo. Ma anche la necessità di avere degli spazi di stoccaggio sul posto prima del conferimento e gli spostamenti sull’isola stessa.
Le operazioni avranno il via ai primi di giugno proprio per non sovrapporsi alla stagione estiva, fase delicata per gli abitanti della piccola isola dell’Arcipelago Toscano, uno dei soli tre italiani (insieme a Foreste Casentinesi e Gran Paradiso) insigniti del riconoscimento internazionale “Green list“, soprattutto a ridosso della pandemia da Covid-19. A svolgerli la ditta Ecogeoambiente. “Una scelta” spiega la Mannelli “fatta non solo perché tra i preventivi più competitivi, ma anche perché avrebbe appaltato parte del lavoro alla ditta di logistica locale. Così il fatto che da questo impegno nascesse anche del lavoro per l’isola ci è sembrata la scelta più giusta da compiere”.
Un impegno a guadagno zero da parte dell’Associazione e che, proprio per il carattere di valorizzazione della collettività, ha visto accettare anche adesioni di soggetti non associati.
“Leveremo diverso amianto tra cassoni di acqua, discendenti di scolo, ma anche il tetto di un capannone e un camino”. Niente male se pensiamo alle dimensioni dell’Isola, 19,33 km2 per quanto non sia ancora tutto: “Questa non è la prima volta che affrontiamo una sfida simile” ricorda la Mannelli “nel 2012 avevamo fatto una prima raccolta collettiva e anche lì abbiamo conferito davvero molto materiale”. Un esperienza che testimonia come, se adeguatamente supportati, i cittadini agiscono in modo virtuoso.
Lo spirito di comunità non è da tutti certamente. Nella stessa Capraia tra le persone che hanno aderito alla raccolta c’è un cittadino che ha trovato dei rifiuti di amianto abbandonati nella sua proprietà, come ci racconta la Mannelli. Per la legge il responsabile dello smaltimento è lui stesso, anche avendo subito un danno da ignoti. In questo caso lo stesso comune dell’Isola che con il sindaco di Capraia Marisa Bessi, ha molto caldeggiato l’avvio di una raccolta collettiva, l’ha coinvolto nell’iniziativa di smaltimento, permettendogli di ridurre notevolmente l’impegno economico.
Le prossime sfide? “Abbiamo necessità di smaltire la vetroresina delle barche in disuso” ci dice la Mannelli, “il 2022 potrebbe essere l’anno giusto”.
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