Dopo la consultazione avviata a luglio, l’Arera ha varato, giovedì 31 ottobre, il primo metodo tariffario per il servizio integrato di gestione dei rifiuti, fissando anche gli obblighi di trasparenza verso gli utenti. A essere definiti sono, in particolare, i corrispettivi TARI da applicare agli utenti nel 2020-2021, i criteri per i costi riconosciuti nel biennio in corso 2018-2019 e gli obblighi di comunicazione. Tra i principi basilari delle nuove regole, “l’incentivazione del miglioramento dei servizi di raccolta, trattamento e smaltimento dei rifiuti e l’omogeneizzazione delle condizioni nel Paese, garantire trasparenza delle informazioni agli utenti”.
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Variazioni legate a miglioramenti di qualità del servizio
“Eventuali variazioni tariffarie in futuro dovranno essere giustificate solo in presenza di miglioramenti di qualità del servizio o per l’attivazione di servizi aggiuntivi per i cittadini, contemplando sempre la sostenibilità sociale delle tariffe e la sostenibilità ambientale del ciclo industriale, nel rispetto degli equilibri della finanza pubblica locale – spiega una nota dell’Arera – I gestori dovranno attivare tutti gli strumenti necessari per rendere accessibili e comprensibili i documenti e le informazioni agli utenti, come la Carta della qualità del servizio o i documenti di riscossione della tariffa”.
Quattro diversi schemi
In base al nuovo metodo sono previsti limiti tariffari e quattro diversi schemi adottabili dagli enti locali e dai gestori in relazione agli obiettivi di miglioramento del servizio. A essere regolate sono, in particolare, queste fasi: spazzamento e lavaggio strade, raccolta e trasporto, trattamento e recupero, trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani e la gestione tariffe e rapporti con gli utenti.
Coerenza tra costo e qualità del servizio
Su queste fasi il Metodo Tariffario impone una stretta coerenza tra il costo e la qualità del servizio: “consentendo ad un sistema più efficiente di contrastare le zone d’ombra – afferma in una nota Stefano Besseghini, presidente di Arera – Dobbiamo arrivare ad avere le stesse regole per tutti i cittadini, trasparenza dei flussi economici e delle competenze, riduzione drastica dell’evasione che – oltre a creare disparità tra i consumatori – toglie risorse indispensabili al ciclo dei rifiuti. I rifiuti non sono l’emergenza di un particolare comune o di una regione, ma un sistema da integrare e gestire in modo organico in tutto il Paese”.
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