Wec Italia, il Comitato nazionale italiano del World energy council, guarda alle comunità energetiche nel suo ruolo di collettore tra grandi aziende, istituzioni centrali e accademie, ma non solo, visto il cambio di visione che chiede una comunità dell’energia entrano in campo anche gli interlocutori rappresentanti dei consumatori finali con il coinvolgimento di Federconsumatori.
Per questo oggi è stata annunciata la decisione di promuovere nella seconda metà dell’anno l’Italian Forum of Energy Communities (Ifec), progetto realizzato in partnership con l’Energy Center del politecnico di Torino caratterizzato da un Comitato scientifico e a coordinamento del forum Gabriella De Maio, avvocato e docente di Diritto dell’energia presso il dipartimento di Giurisprudenza dell’università degli Studi di Napoli “Federico II”.
Sul tema il, Wec con i suoi partner ha elaborato un paper “che approfondisce qual è ad oggi lo stato della normativa e quali sono le sfide tecnologiche e le opportunità delle comunità energetiche” spiega a Canale Energia Paolo D’Ermo, segretario generale del Wec Italia. Da cui è emerso come ci siano diverse visioni di comunità energetiche tra il nord Europa e l’Italia “Nei paesi nordici sono state avviate delle comunità energetiche pensate sulle città, connesse a impianti energetici di grandi dimensioni, piuttosto che su piccoli borghi come sta accadendo in Italia” spiega D’Ermo. “Nel nostro Paese a partire dalla comunità energetica di Magliano Alpi in cui il politecnico di Torino ha svolto un ruolo centrale di coordinamento, si prefigurano dei modelli più flessibili e ingaggianti per l’utente. Ragioniamo su scale minori e guardiamo alle opportunità date dal contesto per cui è importante coinvolgere gli appartenenti alla community. A cominciare dai supporti hardware con l’introduzione agli smart meter e software che permettono la gestione e il controllo dell’andamento dei consumi”.
La visione calata sul territorio di Wec Italia
Una dinamica che come sottolinea D’Ermo si va a disegnare sulle specifiche del territorio e che non esclude nessuna opportunità offerta dalle fonti energetiche disponibili localmente. “Nulla vieta che si possano usare rinnovabili non elettriche come la biomassa magari generata da scarti agricoli” rimarca il segretario generale del Wec Italia, “è importante non avere in mente uno standard unico e replicabile i tutti contesti”. Insomma, bisogna saper ascoltare il territorio e considerare che “non tutte le comunità sono intelligenti”, per dirla citando il PoliTo.
“Oltre a non pensare a una soluzione valida per tutti i contesti, bisogna tener presente che le comunità energetiche rappresentano un’esigenza di un nuovo rapporto tra consumatori e produttori di energia”. Come tali, devono essere considerate parte integrande del sistema energetico e non come isole, suggerisce D’Ermo: “per questo è centrale che ci sia uno sviluppo regolatorio e delle reti con cui le comunità si interconnettono di pari passo con l’evoluzione tecnologica dei sistemi”
Un approccio in cui la nuova visione globale del Wec “Humanizing energy transition” trova la sua realizzazione nella messa al centro dei lavori del convegno il coinvolgimento di cittadini e comunità nella transizione energetica.
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.