Gli scienziati del Dipartimento di Fisica dell’Università di Oxford hanno sviluppato un approccio rivoluzionario che potrebbe generare quantità crescenti di elettricità solare senza la necessità di pannelli solari al silicio. Lo hanno svelato oggi, 9 agosto. I ricercatori hanno studiato la perovskite per mettere a punto un nuovo materiale che assorbe la luce e che risulta abbastanza sottile e flessibile da poter essere applicato sulla superficie di quasi tutti gli edifici e oggetti di uso comune, come zaini, automobili e telefoni cellulari.
Il materiale alternativo al silicio
Utilizzando una tecnica pionieristica sviluppata a Oxford, che consente di impilare più strati capaci di assorbire la luce in una singola cella solare, sono riusciti a sfruttare una gamma più ampia dello spettro luminoso, così da generare più energia dalla stessa quantità di luce solare. Grazie a questo approccio “multi-giunzione”, la cella è in grado di raggiungere un’efficienza energetica superiore al 27 per cento, eguagliando le prestazioni dei tradizionali pannelli fotovoltaici al silicio. Le sue prestazioni sono state certificate dal National Institute of Advanced Industrial Science and Technology del Giappone.
L’elevato grado di efficienza
“In soli cinque anni di sperimentazione con il nostro approccio multi-giunzione abbiamo aumentato l’efficienza di conversione di potenza da circa il 6 per cento a oltre il 27 per cento, vicino ai limiti che il fotovoltaico a strato singolo può raggiungere oggi”, ha dichiarato il dott. Shuaifeng Hu, ricercatore di post-dottorato presso il Dipartimento di Fisica dell’università. “Riteniamo che, nel tempo, questo approccio possa portare i dispositivi fotovoltaici a raggiungere efficienze superiori al 45 per cento”.
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La versatilità e la riduzione dei costi
Il nuovo materiale, oltre a essere molto efficiente, è quasi 150 volte più sottile di una lastra di silicio ed è molto versatile. “Questo è importante perché permette di generare più energia solare senza la necessità di così tanti pannelli al silicio o di parchi solari appositamente costruiti”, ha aggiunto il dott. Junke Wang. E, di conseguenza, si riducono anche i costi: dal 2010, il costo medio globale dell’elettricità prodotta dal sole è sceso già del 90 per cento, ma i ricercatori sono convinti che la loro tecnologia lo ridurrà ulteriormente, contribuendo ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili.
Le applicazioni commerciali
Dal Dipartimento di Fisica dell’ateneo britannico ha avuto origine l’azienda Oxford PV, che ha recentemente avviato la produzione su larga scala di fotovoltaico in perovskite presso la sua fabbrica di Brandeburgo, vicino a Berlino. “Inizialmente, avevamo preso in considerazione i siti del Regno Unito per avviare la produzione, ma il governo deve ancora adeguarsi agli incentivi fiscali e commerciali offerti in altre parti d’Europa e negli Stati Uniti”, ha commentato il co-founder Henry Snaith.
“Finora, il Regno Unito ha pensato all’energia solare puramente in termini di costruzione di nuovi parchi solari, ma la vera crescita deriverà dalla commercializzazione delle innovazioni: ci auguriamo vivamente che la neonata British Energy concentri la sua attenzione su questo”.
“Le ultime innovazioni legate ai materiali e alle tecnologie solari sviluppate nei nostri laboratori potrebbero diventare una piattaforma per una nuova industria, basata sulla produzione di materiali per generare energia solare in modo più sostenibile ed economico utilizzando edifici, veicoli e oggetti esistenti”, ha concluso Snaith.
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