Un’energia rinnovabile alternativa in risposta alla crisi energetica

Biomassa legnosa, teleriscaldamento e biogas/biometano alimentati da fonti rinnovabili rappresentano un'alternativa. L'intervista con Walter Righini il presidente di Fiper, Federazione Italiana di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili

Walter Righini, presidente Fiper
Walter Righini, presidente Fiper

Crisi energetica e diversificazione delle fonti è oggi un tema su diversi tavoli e per alcune realtà industriali può fare la differenza tra la sopravvivenza o meno. Un argomento che per alcune fonti energetiche in realtà è in agenda già da tempo. E’ il caso delle fonti energetiche da biomassa legnosa. Canale Energia ne ha parlato con Walter Righini il presidente di Fiper, Federazione Italiana di Produttori di Energia da Fonti Rinnovabili associazione che rappresenta i produttori di biomassa legnosa, i gestori di impianti di teleriscaldamento e biogas/biometano alimentati da fonti rinnovabili.

Nella crisi energetica una delocalizzazione della produzione di energia, dovrebbe tenere più in considerazione le rinnovabili da biomassa?

Sì, riteniamo che sia fondamentale valorizzare l’enorme potenziale legato all’uso delle biomasse per la produzione di energia termica ed elettrica in ambito locale: generazione distribuita, impianti su misura e/o in funzione del territorio. Del resto, anche la RED 2, promuovendo la costituzione delle comunità dell’energia rinnovabile – REC, va in questa direzione. Fiper è in prima linea su questo tema. Siamo infatti, pilot partner nel progetto “Unlocking the community Bioenergy potential- BECOOP”, finanziato dal programma Horizon 2020-EU e finalizzato a mettere in atto almeno due comunità dell’energia rinnovabile a partire dall’impiego delle biomasse presenti sul territorio. Certo, il percorso è appena iniziato; attualmente, infatti, il quadro legislativo italiano non contempla per esempio la produzione e consumo di energia termica all’interno di una REC.

Ci sono realtà geografiche in cui una maggiore attenzione alla biomassa può fare la differenza rispetto ad un approccio circolare delle materie prime sul territorio?

Sicuramente nelle aree montane e nelle zone a vocazione agricola. In generale dobbiamo pensare che le biomasse, in tutte le loro diverse declinazioni, rappresentano una grande opportunità, perché consentono di ricorrere a una fonte energetica sostenibile, a km 0 e ampiamente disponibile sul territorio. Nel nostro paese il rischio di deforestazione è’ assente, solo per dare qualche numero, la quantità complessiva annua di biomassa potenzialmente disponibile in Italia per la produzione di energia termica ed elettrica supera di gran lunga i 30 milioni di ton/anno, un quantitativo che permetterebbe al Sistema Paese di ridurre l’importazione di gas di un valore compreso tra 7 a 10 miliardi di mc/anno. Il nostro patrimonio boschivo rappresenta, infatti, il 36% dell’intero territorio nazionale, per una superficie complessiva di oltre 11 milioni di ettari. A queste risorse si aggiungono poi gli scarti agricoli (paglia, potature di vigneti, frutteti, uliveti) che normalmente vengono bruciati in campo, ma anche i cascami legnosi della gestione del verde urbano (parchi, giardini e viali). Tuttavia, queste risorse rimangono attualmente ampiamente inutilizzate.

Avete incontrato il presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti lo scorso 24 marzo, nello specifico, quali sono le peculiarità del territorio del Trentino? Quali altre regioni per voi rappresentano un target significativo?

Il Trentino è caratterizzato da una cultura che da sempre ha messo al primo posto la gestione sostenibile del territorio, facendone anche una leva di marketing per il turismo. Rispetto ad altre Regioni, il Trentino dispone di ingenti boschi di proprietà pubblica; un vantaggio comparativo importante, per attivare nuove filiere di approvvigionamento di legname a fini produttivi ed energetici.

Nel passato l’economia del bosco ha rappresentato una tra le prime voci di reddito della provincia, un distretto importante caratterizzato da piccole e medie imprese: dalle segherie alla realizzazione di violini della Val di Fiemme, passando per la produzione di biomassa e pellet di qualità.

Una realtà, tuttavia, sottostimata. Al momento in Trentino, infatti, si preleva solo il 28% della crescita annua del patrimonio boschivo. Rispettando i criteri di gestione sostenibile, si potrebbero prelevare 1,5 milioni di metri cubi annui di tronchi per un valore di 180 milioni di euro, che potrebbero generare un fatturato di 450-500 milioni di euro annui tra l’impiego a fini produttivi ed energetici, senza contare il materiale ancora disponibile derivante dalla tempesta Vaia.

Economia del legno, dunque, nell’ottica di promuovere fattivamente un modello di economia circolare e il presidio del territorio. La proposta di avviare nuove reti di teleriscaldamento a biomassa nei 47 comuni non metanizzati della Val di Non, Val di Sole e Giudicarie, al posto del metano, si pone in questa visione di economia sostenibile. Del resto, proprio in Trentino abbiamo diverse esperienze di successo: 19 le centrali di teleriscaldamento operanti da circa 20 anni tra le Valli di Fiemme, Primiero, Valsugana, Val D’Adige, Val di Non. Diverse le dimensioni, a seconda del Comune che viene riscaldato. Si va dai più grandi impianti nei comuni di Cavalese e di Primiero sino a mini-reti a Ledro. In Trentino, ACSM Primiero è stata selezionata da RSE tra le tre realtà pilota a livello nazionale di messa in atto delle comunità dell’energia rinnovabile. A Cavalese invece, Bioenergia Fiemme ha avviato, dal recupero del calore della centrale di teleriscaldamento a biomassa, la produzione di pellet certificato. Eccellenze trentine da replicare e valorizzare, per avviare fattivamente la transizione ecologica e promuovere un’economia green.

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.