Con 21.378 imprese attive nelle rinnovabili, l’Italia può contare su una filiera in grado di competere in un mercato dominato soprattutto da produttori extra-europei.
Per assicurarne lo sviluppo servirà un quadro normativo e finanziario stabile, in grado di attrarre “investimenti privati nazionali ed esteri per lo sviluppo delle filiere green e per la decarbonizzazione dei sistemi produttivi”: era proprio questo il titolo di un convegno che si è svolto oggi, primo marzo, alla fiera KEY di Rimini e che ha rappresentato un’occasione di confronto fra il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), Invitalia e le associazioni ANEV, H2IT, ANIE Rinnovabili e Italia Solare.
L’importanza di piani strategici che valorizzino l’industria nazionale
Nell’ottica di rendere ancora più proficuo il confronto avviato a fine 2023 grazie all’apertura di un tavolo di lavoro con il Ministero, le associazioni stanno lavorando a un Manifesto per lo sviluppo della filiera delle rinnovabili in Italia. L’obiettivo è quello di valorizzare l’industria nazionale, colmando i gap esistenti, creando delle sinergie per alimentare la crescita e l’innovazione e sviluppando strumenti specifici e piani strategici che riescano a integrarsi nel contesto europeo. Secondo Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare, gli esiti della consultazione saranno di estrema importanza per individuare gli strumenti più efficaci al fine di riportare l’industria delle rinnovabili nel Paese.
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Il ruolo del Net Zero Industry Act
“È ampio il nostro apprezzamento per la crescente attenzione rivolta all’industria delle fonti rinnovabili elettriche. Di fronte alla sfida epocale della transizione energetica, ANIE Rinnovabili auspica uno straordinario sviluppo nel nostro Paese dell’industria della componentistica. Il Net Zero Industry Act europeo è fondamentale per collocarsi nel giusto sentiero di crescita”, secondo Alberto Pinori, presidente di ANIE Rinnovabili.
L’ostacolo della burocrazia
“Il Governo italiano ha giustamente identificato l’eolico, insieme al fotovoltaico, come principale tecnologia rinnovabile per raggiugere gli obiettivi di decarbonizzazione e transizione energetica del nostro Paese. Tali obiettivi potrebbero essere compromessi dal sistema poco efficiente dei procedimenti autorizzativi che, malgrado le semplificazioni introdotte, presentano ancora criticità burocratiche notevoli. Serve un cambio di passo”, ha commentato Davide Astiaso Garcia, segretario generale di ANEV. Questo problema è stato messo in luce anche nel corso di un altro evento di KEY, dedicato alle reti e ai sistemi di accumulo.
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Lo sviluppo di un’economia dell’idrogeno
Grande attenzione anche alla filiera dell’idrogeno, “giovane, ma altamente competitiva e tecnologica. Parliamo di un comparto che può essere decisivo per rendere l’Italia più indipendente sotto il profilo energetico: eppure, dai dati del nostro Osservatorio H2IT è emerso che il 70 per cento degli investimenti sono stati finanziati attraverso fondi propri delle aziende. Grazie anche al PNRR finalmente la situazione sta cambiando, ma occorre essere vigili e non sprecare questa grande occasione”, ha concluso Alberto Dossi, presidente di H2IT.
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