Un computer quantistico potrebbe dare la spinta necessaria al settore energetico per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità. Ad esempio per rispondere alle sfide della transizione energetica poste dalla generazione distribuita ma anche dal trading di energia peer to peer e molto altro. Con questa visione E.ON ha deciso di impiegare le potenzialità del quantum computing insieme ad IBM.
Una scelta data dalle esigenze di laboriosità di risoluzione richiesta dalla sempre maggiore complessità dei sistemi energetici. Si tratta di una tecnologia che non è in realtà comparabile ai computer tradizionali in quanto si relaziona in un modo totalmente diverso nella tipologia di analisi e soprattutto di risposte. I computer quantistici sono in grado di correlare molte variabili che interagiscono su più livelli. Da non confondere con la produzione dei big data, ma ad esempio si possono occupare dei modelli di analisi dei big data, tasto dolente delle smart city.
Computer quantistico e consumo di energia
Il computer quantistico di fatto non è un prodotto energivoro, nonostante la grande quantità di dati che elabora, anzi. Rispetto a un computer tradizionale, a parità di elaborazione dati, consuma enormemente di meno, come spiega Heike Riel, IBM Fellow, Head Science & Technology, Lead IBM Research Quantum Europe nel corso di un incontro riservato alla stampa. Le due tecnologie non sono neanche comparabili negli usi in quanto elaborano informazioni, attraverso le leggi della meccanica quantistica, che con un computer tradizionale sarebbe difficile risolvere. A meno che non si impieghino computer “così grandi che consumerebbero tantissimo” spiega la Riel.
Le sfide sono molte e forse non ancora tutte chiare all’orizzonte ma di certo “Se vogliamo risolvere le questioni del futuro, sarà possibile solo con quantum computer” conclude la Riel.
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