Testo Integrato per l’Autoconsumo Diffuso, “cassetta degli attrezzi” del mondo energy

Guardare oltre gli incentivi dal punto di vista degli operatori con Alessandro Crescini ad di Benaco Energia S.P.A.

Il Testo Integrato per l’Autoconsumo Diffuso (TIAD) rappresenta una importante “cassetta degli attrezzi” per gli esperti del settore delle rinnovabili, ma non si tratta solo di attaccare la spina a tecnologie in parte consolidate, come sottolinea a Canale Energia Alessandro Crescini ad di Benaco Energia S.P.A.

Testo Integrato per l’Autoconsumo Diffuso, "casetta degli attrezzi" del mondo energy
Foto di Gordon Johnson da Pixabay

La vera innovazione è nell’approccio e negli impieghi che se ne può fare e va oltre gli aspetti incentivati, per quanto ora rappresentino un importante elemento di attenzione. Ciascuna delle tre #CACER (Configurazioni di Autoconsumo Condiviso di Energia Rinnovabile) si presta ad impieghi estremamente interessanti. Vediamo in dettaglio il punto di vista degli operatori con Crescini.

Un numero rilevante di operatori era in attesa dei decreti attuativi delle Comunità Energetiche. Ora sono arrivati. Siete pronti ad “attaccare la spina”?

Alessandro Crescini ad di Benaco Energia spa
Alessandro Crescini, AD di Benaco Energia S.p.A. e di altre aziende del mondo energy (produzione di energia, installazione, consulenza e efficienza energetica)

Sì, certamente siamo pronti. Anzi, lo eravamo già dallo scorso anno. Perché il vero impatto trasformativo del mercato l’ha portato il Testo Integrato dell’Autoconsumo Diffuso, avvenuto più di un anno fa. Tuttavia cambierei la metafora. Perché ad “attaccare la spina” si fa presto. Mentre sviluppare un progetto di autoconsumo, non è così immediato. Richiede un’analisi dettagliata del contesto su cui si sta lavorando. E grande conoscenza delle nuove regole del gioco. Il TIAD è una portentosa “cassetta degli attrezzi”.

Perché e come “il Testo Integrato per l’Autoconsumo Diffuso” è una straordinaria cassetta degli attrezzi”?

Perché consente di sviluppare progettualità che anche solo pochi anni fa erano impensabili. Mi occupo di energia e di sviluppo di iniziative di autoproduzione da ormai qualche anno. Prima che venisse fatta chiarezza con l’introduzione dei SEU (nel 2013), c’erano grandi limitazioni tecniche e operative che non consentivano di cogliere molte opportunità. Si tenga conto che in questi progetti gli interessi convergenti sono in genere quattro.

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E molto spesso sono portati da soggetti differenti: chi consuma energia (e ha bisogno di ridurne i costi), chi dispone della tecnologia o delle aree (e vuole valorizzarle), chi dispone della finanza (e cerca dei rendimenti al capitale), chi dispone della capacità e conoscenza per  attuare i progetti.

Ora è tutto più semplice?

Sì. Il TIAD contiene ben sette diverse possibilità di autoconsumo diffuso. Sono tanti strumenti possibili, da calare sulle realtà di cui ci si vuole occupare. Le CACER del nuovo decreto sono le configurazioni incentivate. Ovvio che in questi giorni si parli principalmente di queste. Ma gli incentivi passano, il TIAD resterà. E il lavoro su tutte le sette configurazioni sarà quello più interessante, nel lungo periodo. Certo serve un approccio che definirei individuale e multidisciplinare.

Cosa intende per “individuale e multidisciplinare”?

Individuale perché la normativa non è semplice. Non è appunto una spina da attaccare. Ogni progetto ha un suo unicum, prerogative individuali. E’ difficilissimo ragionare su una soluzione scalabile all’infinito. Nel concreto lo vedo quando studiamo una soluzione per le aziende. Oppure per un gruppo di consumo collettivo condominiale: non ce n’è uno uguale all’altro!

E multidisciplinare?

Perché non si va lontano se si affrontano questi progetti senza un solido team in grado di gestire anche gli aspetti legali, fiscali e finanziari. In questo momento ad esempio, il tema che mi preoccupa di più è rappresentare ai clienti la gestione fiscale di queste iniziative. Non è banale. Sappiamo già che pioveranno decine di circolari interpretative e si sprecheranno le prassi attuative. L’abbiamo visto col Superbonus. Lo vediamo sempre. Ma siamo italiani. Se il rapporto con l’amministrazione pubblica e fiscale non è complicato, non ci piace…

Quindi è positivo o negativo sul futuro delle Comunità Energetiche?

Io sono entusiasta di tutti gli strumenti messi a disposizione dal TIAD. E lo sono di più proprio perché l’accesso agli incentivi e lo sviluppo delle iniziative, non sono un qualcosa di semplice. Servono veri esperti, gente preparata. Per questo penso che non ci sarà l’assalto alla diligenza da parte di speculatori improvvisati o di chi fa un uso distorto dell’incentivo in quanto si tratta di una materia troppo complessa per chi si vuole “improvvisare”. Largo ai veri professionisti del mondo energy!

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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.