LAstrada dell’indipendenza energetica per l’Italia è possibile. Quello che oggi occorre è spingere a realizzare rapidamente i primi 60 GW di rinnovabili che permetterebbero di produrre circa 90 TWh di energia elettrica all’anno tagliando in modo significativo le importazioni di gas di circa 15 miliardi di metri cubi, il 20% di quanto importiamo e ben sette volte di quanto il Governo si attende dalle maggiori estrazioni del gas nazionale. Gli operatori del settore chiedono lo sblocco delle autorizzazioni entro giugno.
Lo ricorda a Canale Energia il presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo, spiegando nella video-intervista che il settore elettrico è pronto a contribuire alla sicurezza energetica del Paese investendo 85 miliardi di euro e creando 80.000 nuovi posti di lavoro. Si tratta di risorse importanti messe a servizio dell’economia e della decarbonizzazione, con l’effetto di garantire la necessaria sicurezza energetica calmierando anche il costo delle bollette elettriche.
Rinnovabili: “Azione straordinaria su iter autorizzativi”
Il primo passo della soluzione strutturale proposta dal comparto elettrico è installare i primi 60 GW di rinnovabili nei prossimi tre anni: “Non è un numero a caso ma rappresenta un terzo di quello che sono le attuali domande di allaccio pervenute a Terna e che possono essere davvero realizzate”, sottolinea Rebaudengo.
L’Italia rischia di andare fuori rotta verso gli obiettivi al 2030 e al 2050: “Già dieci anni fa abbiamo dato dimostrazione di poter installare 11 GW all’anno. Oggi con tecnologie più performanti stiamo installando solo 1 GW mentre abbiamo la capacità di 20 GW di rinnovabili all’anno. Il problema ce l’abbiamo dal punto di vista autorizzativo”. Gli operatori chiedono infatti al Governo un’azione straordinaria di semplificazione e una pressione su Regioni e enti locali.
“Sicurezza energetica priorità dell’Italia”
La drammatica situazione geopolitica rappresenta l’occasione per liberare dalle barriere burocratiche i produttori di rinnovabili: “Sole, vento, acqua e geotermia. Possiamo lavorare e fare meglio anche dal punto di vista delle biomasse sia per produrre energia sia per produrre biometano, una fonte che ha in Italia un potenziale di 10 miliardi di metri cubi che equivale a circa il 15% di quanto consumiamo”, spiega nel video Rebaudengo.
Le proposte per l’indipendenza energetica
Chiedendo al Governo risposte rapide sulle autorizzazioni, sia per i nuovi impianti che per l’adeguamento di quelli esistenti, Rebaudengo traccia la linea da seguire: “60 GW sono solo la prima parte di quello che possiamo fare nei successivi tre anni se ne realizzassimo altri 60. Con le misure del Superbonus, oltre ai certificati bianchi, stimiamo di ridurre tra il 2020 e il 2030 i consumi del gas di circa 20 miliardi di metri cubi, il 15-20%. Una maggiore produzione di energia da fonte rinnovabile, efficientamento energetico e una produzione significativa di 10 miliardi di metri cubi di biometano renderebbero l’Italia in pochi anni un Paese completamente diverso in termini di emissioni di CO2 e di indipendenza energetica”.
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