Come annunciato dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il 13 luglio è stato trasmesso alla valutazione della Conferenza Unificata il decreto sulle aree idonee “ad ospitare impianti di energia rinnovabile”, “per la determinazione dei criteri con cui le Regioni devono individuarle”.
L’obiettivo è garantire un iter burocratico più snello e l’innalzamento delle soglie di potenza degli impianti per le valutazioni ambientali. Parallelamente, il Ministero ha intrapreso un percorso di digitalizzazione dei processi, tra i quali rientra l’adozione di una piattaforma digitale unica per la presentazione delle istanze.
Le criticità evidenziate dall’Alleanza
La notizia è stata accolta positivamente dall’Alleanza per il fotovoltaico in Italia, che raggruppa i principali operatori energetici delle rinnovabili. Si segnala, tuttavia, la presenza di alcune criticità:
- il decreto, con le disposizioni sull’utilizzo del suolo agricolo, rischia di generare una forte barriera allo sviluppo di energia fotovoltaica e alla sperimentazione in ambito di agrivoltaico;
- il decreto deve mirare alla definizione di aree idonee per lo sviluppo delle FER e non all’individuazione di vincoli di utilizzazione delle stesse: altrimenti, “il rischio è che si ragioni per una contrapposizione tra rinnovabili e paesaggio, che molti soggetti vogliono affermare e far sedimentare. In realtà, è una contrapposizione che non sussiste”.
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Gli investimenti nella transizione energetica
“Le rinnovabili – prosegue l’Alleanza – sono uno strumento fondamentale per la tutela dell’ambiente perché solo con la riduzione delle emissioni e il conseguente contenimento dei cambiamenti climatici possiamo sperare di contenere la desertificazione e gli eventi atmosferici estremi che provocano danni irreparabili”. È per questo che gli operatori sono pronti a presentare le proprie proposte al governo, nell’ottica di migliorare la bozza del DM.
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