Pniec, Italia ed Europa a confronto. Lo studio di I-Com

La presentazione del think tank italiano durante l'assemblea annuale di Unione Petrolifera

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Stefano Da Empoli, presidente I-Com, durante la presentazione dello studio

Nel corso dell’assemblea annuale di Unione Petrolifera (Roma, 21 giugno 2019) è stato presentato lo studio realizzato da I-Com “I Piani nazionali Energia e Clima: come quadrare il cerchio tra sostenibilità ambientale e competitività in Europa e in Italia”. Il rapporto analizza le bozze di piano inviate nei mesi scorsi alla Commissione europea dagli Stati Membri e mette a confronto la politica italiana con quella degli altri Paesi.

Se da un lato la strategia italiana presenta obiettivi da raggiungere specifici per ogni settore tecnologico, dall’altro manca nell’indicare gli strumenti per raggiungerli. Inoltre, “negli altri Paesi abbiamo osservato una maggiore flessibilità di raggiungimento degli obiettivi”, ha spiegato il presidente di I-Com, Stefano Da Empoli, che ha presentato lo studio. Gli investimenti che l’Italia dovrà mettere in campo per raggiungerli sono stimati in 1.200 miliardi di euro. Non vengono chiariti né “l’origine dei fondi”, precisa Da Empoli, né gli strumenti da adottare per la loro mobilitazione.

“L’obiettivo del Pniec più generale legato alla riduzione della CO2 – ha proseguito Da Empoli – sembra meno ambizioso di Regno Unito e Germania. Ma questi due Paesi hanno avuto una riduzione della CO2 negli anni ’90 per motivi che non c’entrano con le emissioni di gas serra: nel primo caso la chiusura delle miniere di carbone e il minor peso della manifattura, nel secondo la riunificazione del Paese”.

I dubbi e i timori maggiori sono legati all’impatto delle misure programmate nei piani sui prezzi dell’energia nell’Ue. “L’Europa già oggi con le misure annunciate ha fatto gran parte del suo lavoro. Bisogna implementare queste misure e bisognerebbe che anche le altre aree del mondo seguissero lo stesso trend”, ha proseguito Da Empoli allargando lo sguardo sul ruolo del vecchio continente in termini di riduzione delle emissioni climalteranti. L’Europa, che non può camminare da sola, deve “capire quale contributo potrà avere in termini realistici” nella crescita della sostenibilità e della competitività, “due fattori – ha precisato il presidente di I-Com – che devono essere perseguiti in un quadro complessivo”. Visto e considerato che il consumo di energia in Ue è destinato a diminuire e la fetta su consumi mondiali ad assottigliarsi nei prossimi anni fino al 7-8 per cento.

Clicca qui per consultare il pdf con le slide riassuntive del rapporto proiettate nel corso dell’evento.


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