Un elemento centrale della transizione energetica in grado di supportare i settori che non sono facilmente convertibili all’elettrificazione. Queste le motivazioni del sì alla strategia per l’idrogeno che la Commissione europea ha annunciato oggi, dopo aver ampiamente anticipato le sue intenzioni nei giorni scorsi.
Una strategia che darà occupazione e sarà fonte di rilancio economico nella difficile ripresa del post Covid-19. Una scelta che accoglie la richiesta che sei paesi nei giorni scorsi avevano mosso all’Europa (Canale energia 17/06/20). Una grande spinta green tutta racchiusa in questo gas composto da una singola molecola, come evidenzia Frans Timmermans vice presidente esecutivo per il Green deal europeo: “Nello sviluppo e nell’implementazione di una catena del valore dell’idrogeno pulito, l’Europa diventerà un precursore globale e manterrà la sua leadership nella tecnologia pulita.”
L’idrogeno dovrà essere prodotto da fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico nel lungo periodo. Per questo il piano prevede l’istallazione di queste risorse energetiche per 6 GW entro il 2024 e 40 GW al 2030.
Dead line e obiettivi previsti dalla strategia per l’Idrogeno della Commissione europea sono:
dal 2020 al 2024 è previsto il supporto per l’istallazione di 6 GW di impianti rinnovabili per la produzione di un milione di tonnellate di idrogeno da elettrolisi;
dal 2025 al 2030 l’idrogeno dovrà diventare un elemento integrato nel sistema energetico con impianti di 40GW di rinnovabili in grado di realizzarne 10milioni di tonnellate;
dal 2030 al 2050 la produzione di idrogeno da rinnovabile dovrà avare raggiunto la maturità tecnologica ed essere in grado di produzioni su larga scala.
Produzione da rinnovabili, ma non solo
Una strategia che rende la risorsa energetica anche strategica come storage chimico di energia, impiegando l’energia rinnovabile per generare scorte di energia a zero produzione di CO2. Obiettivi raggiungibili, ma non troppo, per cui la Commissione prevede che, nell’attesa della massima produzione, si testino infrastrutture e si produca energia dal prodotto realizzato anche da una filiera “low carbon”, quindi a basso impatto ambientale. In auge la filiera di biogas e biometano ma non solo.
L’idrogeno a base fossile realizzato con cattura del carbonio, rientra nella strategia in quanto i gas a effetto serra emessi, come parte del processo di produzione, sono catturati e rielaborati.
Altro elemento di produzione a basso impatto sono i combustibili sintetici derivati dall’idrogeno e si riferiscono a una varietà di combustibili gassosi e liquidi con base di idrogeno e del carbonio. L’idrogeno dato dal syngas dovrebbe essere considerato rinnovabile.
Esempi di carburanti sintetici: cherosene sintetico nell’aviazione, il diesel sintetico per le automobili e varie molecole utilizzate nella produzione di prodotti chimici e fertilizzanti.
In termini di inquinamento atmosferico, la combustione dei carburanti sintetici produce livelli simili di emissioni inquinanti dell’aria rispetto ai combustibili fossili.
Leggi anche “I tanti destini dell’idrogeno Riflessioni in vista della Giornata mondiale dell’Ambiente nell’ultimo numero di e7“
Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.