Stati Uniti, Germania e Cina guidano la classifica stilata da EY dei primi quaranta Paesi al mondo per attrattività di investimenti e opportunità di sviluppo nel settore delle energie rinnovabili (Renewable Energy Country Attractiveness Index – RECAI).
Come svelato il 6 dicembre, l’Italia ha guadagnato una posizione rispetto alla scorsa edizione, salendo al 14esimo posto. Il nostro Paese si è prefissato degli obiettivi ambiziosi, puntando a incrementare la quota di rinnovabili nei consumi finali del settore elettrico fino al 65 per cento entro il 2030. Nel primo semestre dell’anno, la capacità istallata è stata di 2,5 GW, facendo registrare un aumento del 120 per cento rispetto al 2022.
Risultati positivi per il nostro Paese, ma serve un’accelerazione
“Per raddoppiare entro il 2030 la produzione di energia da fonti rinnovabili, le stime indicano che l’Italia dovrà colmare un gap di circa 11 GW rispetto ai target stabiliti per l’energia eolica e di 35 GW relativamente al fotovoltaico”, spiega Giacomo Chiavari, EY Europe West Strategy and Transaction Energy Leader.
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“Oltre ai significativi benefici economici e ambientali che la transizione energetica porta con sé, si creeranno anche nuove opportunità per il mondo del lavoro: entro il 2030, infatti, triplicherà l’offerta per le professioni specializzate nel settore delle rinnovabili e sarà dunque determinante consolidare le competenze e i processi di formazione legati, in particolare, alle discipline STEM”.
Un futuro che guarda a idrogeno verde e sistemi di stoccaggio dell’energia
Si osserva una crescita e maggiore interesse per il mercato nazionale dei PPA (Power Purchase Agreement), come confermato anche dall’apposito indice del RECAI dove la penisola passa dal 13 esimo al 12 posto in classifica rispetto alla precedente edizione. Per quanto riguarda, il mercato M&A, si presentano numerose operazioni che vanno alla ricerca di progetti realizzabili nel breve termine con lo scopo di sostituire rapidamente i costi dell’energia elettrica di terzi ancora sostenuti con energia autoprodotta a un costo molto inferiore. Guardando al futuro, si registrano un crescente interesse nei confronti dell’idrogeno verde e dei sistemi di stoccaggio dell’energia, soprattutto a causa della diffusione di autoconsumo e mobilità elettrica.
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