Con 41 miliardi di euro di investimenti previsti e un’impennata della potenza che ha toccato 38,9 GW, il settore delle energie rinnovabili sta vivendo un momento storico in Italia. È quanto emerge dall’Irex Annual Report 2023 di Althesys, presentato il 10 maggio a Roma nel corso dell’evento “Voltare pagina, le rinnovabili oltre la crisi”.
Agrivoltaico e idrogeno verde
Le operazioni ammontano a 958, più del doppio di quelle rilevate nell’anno precedente; il 95 per cento si concentra in Italia. Vero protagonista del 2022 è l’agrivoltaico che, con 390 iniziative, 15,8 GW e 12 miliardi, tocca una quota del 41 per cento. Il fotovoltaico si ferma al 35 per cento con 11,6 GW, per 8,3 miliardi. L’eolico onshore vale 184 iniziative, 10,6 GW e 14,2 miliardi di euro. Emergono anche l’eolico offshore, con 63 progetti nel 2022 e oltre 50 GW totali, e i sistemi di accumulo, la cui capacità censita è di circa 898 MW (+91 per cento rispetto al 2021).
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Tra le tendenze future, secondo lo studio di Althesys, c’è sicuramente anche quella che fa capo al settore dell’idrogeno verde: il panorama italiano della filiera al 2022 conta nel complesso 115 iniziative, che coinvolgono oltre 150 player diversi per origine e dimensione.
Alessandro Marangoni @althesys: boom degli #investimenti previsti: 41 miliardi con un’impennata della potenza che ha toccato la quota record di 39 GW, quasi triplicata rispetto ai 15 GW del 2021. #Irex2023 @GSErinnovabili pic.twitter.com/U9FBdPeDWI
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L’analisi del LCOE
“L’Irex Annual Report 2023 segna un giro di boa degli investimenti nelle rinnovabili nel 2022 in Italia, con un incremento straordinario trainato dalla crescita interna. In tutta Europa aumentano sensibilmente gli LCOE che rendono poco attraenti le aste e inducono spesso a preferire il mercato. In questo quadro, diversi scenari di adeguatezza del sistema elettrico italiano si inseriscono nel disegno di una roadmap per la transizione”, ha dichiarato l’economista Alessandro Marangoni, che ha guidato il gruppo di ricerca.
Nel 2022 il valore medio del LCOE (ovvero il costo medio per unità di elettricità generata) per l’eolico onshore in Europa si attesta a 67,8 €/MWh, in salita del 40 per cento rispetto al 2021. Tutti i Paesi segnano netti rialzi, con in testa la Svezia (+50 per cento) e in coda l’Italia (+30 per cento). In termini assoluti spicca però il nostro Paese con 82 €/MWh.
Nel fotovoltaico la voce più rilevante del LCOE è la tecnologia (42 per cento), seguita dal costo del capitale (38 per cento) e dall’O&M (20). Gli impianti commerciali (100 kW) registrano un LCOE di 97,3 €/MWh medio, in crescita del 34 per cento rispetto al 2021: si va dai 75,1 €/MWh della Spagna ai 116,6 €/MWh del nord Italia. È atteso per il 2023 un modesto incremento dei costi dell’eolico onshore, mentre gli LCOE dell’offshore dovrebbero rimanere pressoché stabili.
A che punto siamo con la #transizioneenergetica?
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La roadmap verso il 2030
Tuttavia, lo studio mette in luce anche alcuni elementi di criticità. A fronte di 894 nuovi impianti/progetti censiti nel 2022, ben 673 (pari al 75 per cento) sono ancora in corso di autorizzazione. In questo quadro, secondo gli autori del report, “i progressi da compiere per la decarbonizzazione entro il 2030 sono significativi e richiederanno una roadmap stringente che preveda obiettivi su efficienza, rinnovabili e flessibilità. Il sistema elettrico italiano sarà adeguato al 2030 nonostante le dismissioni di parte degli impianti termoelettrici, ma oltre allo sviluppo di rinnovabili, reti e accumuli, serve anche il capacity market, la stabilità delle importazioni e un miglioramento della disponibilità degli impianti termoelettrici”.
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