Alla luce della decisone di Amazon di chiudere temporaneamente tutti i pannelli solari sui tetti dei suoi centri logistici e, in altre strutture degli Stati Uniti, dovuta come ha indicato l’azienda in un comunicato a una serie di piccoli incendi, Canale Energia ha chiesto al presidente di Italia Solare, Paolo Rocco Viscontini quali sono i rischi effettivi per chi possiede un impianto.
“In Italia, le installazioni di impianti fotovoltaici crescono, ma non grazie agli investimenti pubblici”, esordisce Viscontini, “sono soprattutto le imprese, senza alcun contributo e, le famiglie con il Superbonus ad installarli, anche se, siamo ad un settimo circa di ciò che sta facendo la Germania”.
“Impianti che spesso vengono installati in fretta per rientrare nelle scadenze. Purtroppo, la maggior parte delle persone non è al corrente dei possibili rischi che si possono correre e pertanto, non presterà attenzione a certi aspetti fondamentali, andando potenzialmente incontro a possibili incendi. Bisognerà alzare l’attenzione sul tema”.
Il problema principale degli incendi di impianti fotovoltaici è la manutenzione carente o assente
Nello specifico, nel caso gli incendi degli impianti fotovoltaici di Amazon negli Stati Uniti, il problema potrebbe essere relativo ad una manutenzione carente o, addirittura assente: “Gli incendi sono la conseguenza di una scarsa manutenzione. Proprio un paio di giorni fa, mi è capitato di leggere un articolo su un quotidiano di rilevanza nazionale, dove venivano riportate delle gravi inesattezze sul fotovoltaico: la prima sui costi, si parlava di sette mila euro a kW, mentre ammontano a un terzo rispetto a questi valori. La seconda, in merito al fatto che il fotovoltaico non ha bisogno di manutenzione, ma che ogni tanto basta pulirlo”.
Le due possibili cause di incendio: la prima, le scintille tra gli archi elettrici
“Niente di più errato e grave, proprio perché il messaggio che bisogna far passare è che il fotovoltaico necessita di poca, ma indispensabile manutenzione. Infatti, se non vengono svolti determinati controlli che ne fanno inevitabilmente parte, si possono avere dei problemi. In primis relativamente agli archi elettrici. Un termine tecnico che indica delle scintille tra, per esempio, due archi che non sono adeguatamente serrati. Per evitarli ci si deve accertare che nell’arco del tempo le viti siano sempre serrate bene. Se non lo si fa laddove passa la corrente, si possono creare degli archi elettrici tra una parte e l’altra dei due metalli legati dalla vite che possono produrre delle scintille. Da qui c’è la possibilità di generare degli incendi. Questo è un primo esempio di causa di incendio in un impianto”.
La seconda causa di incendio: il surriscaldamento delle celle dei moduli non rilevato dalle termocamere
“L’altro esempio riguarda il controllo periodico dei moduli, che di solito viene svolto attraverso le termocamere, come quelle utilizzate durante il Covid-19. Queste apparecchiature tengono sotto controllo e misurano la temperatura di ciò che viene visionato. Dunque, le termocamere sono fondamentali per tenere sotto controllo le temperature di cavi, giunzioni e celle dei moduli. Se all’interno del modulo ci sono delle celle che raggiungono temperature elevate, e ciò è immediatamente riscontrabile perché vanno subito in evidenza, questo segnala un punto critico. A questo punto la cella può diventare un consumatore di energia. Il che fasi che tutta la corrente circostante viene concentrata su quella cella, portandola a surriscaldarsi ed eventualmente a scoppiare o a generare un incendio”.
L’importanza di controlli periodici
“Pertanto, non sono controlli complicati, ma vanno fatti. Sarà capitato ad Amazon, come spesso capita nelle più grandi aziende che, banalmente, non hanno un sistema di manutenzione adeguato. Nel caso di specie, chi ha svolto la manutenzione di questi impianti, molto probabilmente, non ha rilevato i rischi attraverso le termocamere con la giusta attenzione o periodicità. In un’ottica prudenziale, Amazon ha quindi fatto bene a staccare gli impianti e svolgere i controlli che, nel caso di impianti di queste dimensioni di mezzo MW circa, si fanno in massimo due o tre giorni, dipende dal numero di persone impiegate nei controlli”.
“Sicuramente Amazon avrà un’assicurazione contro questo tipo di incidenti, anche se, nel caso di negligenza o assenza di manutenzione le assicurazioni potrebbero non pagare. Sono comunque incidenti che possono verificarsi, è successo anche di recente in Italia alla casa del campione Alex Zanardi, dove si è verificato un incendio proprio originato dall’impianto fotovoltaico”.
Importante effettuare istallazioni e manutenzione con un’approccio professionale
Il messaggio del presidente di Italia Solare è chiaro: “il fotovoltaico ha bisogno di poca, ma fondamentale manutenzione”. Un pericolo che non deve fermare la crescita delle rinnovabili e che dovrebbe ricordare sempre di più al Governo che serve una crescita costante e di approccio industriale altrimenti:“Pagheremo anche questo in termini di competitività, e si continuerà a dire che da noi in Italia l’energia costa di più. Cosa certa se continueremo a non sviluppare le rinnovabili. È acclarato che un’azienda che ha un impianto fotovoltaico ha dei costi molto più bassi di chi non ce l’ha”.
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