Il potenziale dell’energia solare in Italia resta inespresso. Ammontano a 110mila, infatti, gli stabilimenti e i capannoni industriali che potrebbero ospitare un impianto fotovoltaico di grande taglia sul proprio tetto. In termini di superficie, parliamo di circa 300 chilometri quadrati. Sarebbero sufficienti a installare 30 GW di nuova potenza, oltre la metà di quelli che occorrono al nostro Paese per centrare gli obiettivi al 2030, con un investimento compreso fra i 30 e i 36 miliardi di euro e un risparmio di CO2 di circa 9mila tonnellate l’anno.
Sono i dati elaborati da Cerved, tech-company che ha messo a sistema le tantissime informazioni di cui dispone – immagini satellitari del territorio, consumi energetici delle aziende, costi degli impianti fotovoltaici – e investito in un’applicazione per elaborarle attraverso l’intelligenza artificiale, favorendo così l’incontro tra le imprese e gli istituti finanziari che vogliono sostenere la produzione di energia pulita.
Un approccio win-win
“Molte aziende potrebbero produrre energia dal fotovoltaico, ma non hanno idea del loro potenziale di produzione: un esempio è quello delle imprese energivore che, in questo momento, stanno sostenendo degli elevati costi di approvvigionamento e che trarrebbero grandi benefici dall’installazione di impianti propri”, ha dichiarato Andrea Mignanelli, amministratore delegato di Cerved.
“Allo stesso tempo, anche le banche vorrebbero intercettare questi casi e sostenerli in maniera mirata. Grazie all’elaborazione di specifici algoritmi, abbiamo stilato una mappa delle aziende, completa di indirizzo e ragione sociale, a cui proporre finanziamenti ad hoc”.
Le comunità energetiche rinnovabili
Lo sviluppo dell’autoconsumo diffuso rappresenta un’occasione unica per il settore industriale, specialmente per le piccole e medie imprese, che possono partecipare alla creazione delle comunità energetiche rinnovabili (CER).
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Si tratta di realizzare 5 GW di potenza entro il 2027: questo, secondo i calcoli di Cerved, permetterebbe incentivi in tariffa per energia condivisa tra i 60-120 €/kWh (fino a 5 GW per vent’anni) e incentivi in conto capitale (fondo perduto PNRR) pari a 2,2 miliardi di euro, destinati alle comunità energetiche rinnovabili per Comuni sotto i 5mila abitanti.
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