Triplicare la capacità globale di produrre energia elettrica da fonti rinnovabili, obiettivo stabilito alla COP28, assicurerà maggiori vantaggi rispetto alle eventuali ripercussioni negative.
A sostenerlo è il Renewable Energy and Sustainability Report 2023 di REN21, rete globale che riunisce una serie di protagonisti del mondo delle rinnovabili, i cui risultati sono stati pubblicati oggi, 30 gennaio. Il report, redatto grazie ai dati forniti da molteplici fonti, analizza i benefici ambientali e sociali della transizione energetica, proponendo al tempo stesso delle soluzioni per ridurne o azzerarne i rischi. Partiamo da un paio di presupposti…
Le cifre relative all’estrazione di combustibili fossili nel 2021:
- 8 miliardi di tonnellate di carbone;
- 4 miliardi di tonnellate di petrolio;
- l’equivalente di 2,6 miliardi di tonnellate di gas naturale.
Le quantità di materie prime estratte per la produzione di energie rinnovabili:
- 21 milioni di tonnellate di rame;
- 2,6 milioni di tonnellate di nichel;
- 0,17 milioni di tonnellate di cobalto;
- 0,11 milioni di tonnellate di litio.
L’impatto ambientale delle fonti fossili rispetto alle rinnovabili
Mentre l’estrazione dei combustibili fossili lascia il terreno inquinato e inutilizzabile per molto dopo la dismissione degli impianti, la produzione delle energie rinnovabili non ha gli stessi impatti a lungo termine sul suolo e sulle falde acquifere, secondo gli autori del report. Molte installazioni possono convivere con altre attività economiche, come la pesca e l’agricoltura (è il caso dell’agrivoltaico). Possono essere costruite su terreni abbandonati e sfruttare superfici come i tetti e i parcheggi.
È dimostrato, inoltre, che le emissioni medie di tutte le tecnologie legate all’energia rinnovabile, dal punto di vista del ciclo di vita, sono molto inferiori a quelle del gas e del carbone. Al contrario, lo sfruttamento dei combustibili fossili è responsabile del 75 per cento delle emissioni di gas serra generate dalle attività umane, contribuendo in maniera inequivocabile al riscaldamento globale, oltre a causare perdita di biodiversità e milioni di morti premature.
Il ruolo dell’economia circolare
Di fondamentale importanza, stando ai rappresentanti di REN21, sarà poi aumentare il tasso annuale di miglioramento dell’efficienza energetica: i governi che hanno preso parte alla COP28 mirano a raddoppiarlo, infatti. Altra strategia di grande utilità consisterà nell’affiancare, alla mobilità elettrica, il potenziamento del trasporto pubblico e la creazione di piste ciclabili e percorsi pedonali.
Questo, insieme all’economia circolare, consentirà di ridurre la domanda di materie prime critiche. Per assicurare un approvvigionamento più sostenibile di minerali critici, sarà cruciale redigere dei trattati e degli standard internazionali che assicurino il rispetto dei diritti umani, a partire dalle popolazioni indigene, e garantiscano vantaggi economici e sociali ai Paesi produttori.
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Il coinvolgimento di tutti gli stakeholder
“Le prove sono chiare: le rinnovabili sono le fonti energetiche più sostenibili per ridurre i cambiamenti climatici, l’inquinamento e la perdita di biodiversità, garantendo allo stesso tempo lo sviluppo industriale ed economico, la creazione di posti di lavoro, la sicurezza energetica e la tutela della salute umana. Questo report offre ai decisori una ricetta per una transizione energetica immediata, sostenibile ed equa, lasciando poco spazio allo scetticismo e alle scuse”, ha commentato Rana Adib, direttrice esecutiva di REN21.
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“Il coinvolgimento di tutte le parti interessate nei processi di pianificazione, e in particolare di quelle potenzialmente interessate dalla realizzazione di nuove infrastrutture, è fondamentale per garantire che i benefici della transizione energetica siano equi”, ha aggiunto Caroline Avan, ricercatrice senior del Business & Human Rights Resource Centre.
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