Come il cambiamento climatico può aiutare la produzione da FV

Ridurre spesa corrente (Conto energia) dello Stato e sviluppare investimenti supportati per transizione energetica: il caso del fotovoltaico residenziale

Si potrebbero risparmiare 215 milioni €/anno di spesa corrente a fronte di un contributo a fondo perduto di 0,9 miliardo €. Ma come? Basterebbe guardare a una riduzione della immissione in rete di energia elettrica, a sostegno all’autonomia energetica elettrica dei singoli immobili. E dare un contributo a tutto questo sarebbe proprio il maggiore irraggiamento dato dal cambiamento climatico. Vi spiego come:

Il conto energia e i piccoli impianti residenziali

Sino al 2013 il Conto energia ha supportato lo sviluppo iniziale degli impianti Fotovoltaici, tra l’altro principale tecnologia per uso di FER nel settore residenziale, come attesta il grafico del “Rapporto statistico GSE 2022” per area residenziale (a fine 2013 l’energia prodotta e la potenza installata erano circa il 50% di quella a 2022).

Il conto energia e i piccoli impianti residenziali_gerbno2024

Dal Rapporto emerge che i piccoli impianti di potenza installata <=3 kW sono circa 340.000 a fine 2022, con una potenza media di 2,6 kWp, quasi totalmente presenti nel residenziale (26%*1.225.431=318612), cautelativamente possiamo ipotizzare circa 300.000 impianti per il residenziale, in genere privi di accumulo.

potenza_impianti_gerbo2024

Considerando la curva storica del Residenziale sopra riportata e stimando in prima approssimazione pari al 50% del totale gli impianti <=3 kW del residenziale attivati con Conto energia, i medesimi a fine 2022 sarebbero circa 150000.  (NB valori più di dettaglio e specifici portano a un affinamento dei numeri ma non modificano le valutazioni del presente studio)

L’impianto residenziale tipo realizzato con il conto energia quanto produce, quanto si usa della produzione e quanto riceve da incentivi

Facciamo riferimento a un caso reale del Nord Italia (NB condizioni molto cautelative perché al centro sud fornisce valori energetici maggiori di produzione, ecc.) di impianto da 2,5 kW (produzione di progetto 3250 kWh/anno, monitorato dal 2012 -12 anni).

Gerbo2024 Cheda Dati

Come già analizzato in un altro articolo precedente su medesimo impianto si evidenzia:

  • Uso diretto o autoconsumo circa 30% della produzione (in linea con dati da Rapporto GSE 2022), quindi assenza accertata di autonomia energetica
  • Produzione immessa in rete (per disallineamento profilo di carico e profilo produzione e/o sovradimensionamento impianti generalizzato) circa 70% sottoposta a regime di scambio sul posto (NB su base nazionale -150000 impianti – tale energia immessa costituisce una occulta piccola centrale elettrica green che produce 257 GWh/anno, cui si vanno a sommare altri impianti dopo 2013 per pari immissione in rete!!!, quindi circa 500 GWh/anno)
  • Variazione in incremento progressivo della insolazione (cambiamenti climatici) che sino al 2023 supera decadimento funzionale e fa aumentare rispetto a previsioni (che tenevano conto del decadimento) ogni anno incentivo conto energia pagato da Stato (snaturando le previsioni del Conto Energia del 2010-2013 basate su insolazione storica media)

L’impianto ha generato i seguenti risparmi/incentivi:

risparmi/incentivi gerbo2024_schjeda dati 2

risparmi incentivi fv gerbo 2024

Nel contesto vigente l’impianto sopradescritto riceverà ancora (supposto decadimento del 12% e non incremento insolazione/tariffe) dal 2024 al 2031 circa 1450 €/anno in totale 11500 €, quindi raggiungerà un VAN al 20 -esimo anno di circa 10000 € di guadagno netto (investimento con reddittività media annua del 4,5%). Al riguardo, estrapolando a 150000 impianti, l’esborso dello Stato è stimabile in 1,7 miliardi di € (215 milioni €/anno).

In questo contesto il proprietario dello impianto sosterrà una spesa di circa 500 €/anno (con 0,3 €/kWh, 4000 € per 8 anni residui) per acquisto energia da rete e continuerà a riversare in rete energia elettrica non utilizzata (circa 2400 kWh/anno, 360 GWh/anno), presumibilmente senza più scambio sul posto e quindi senza vantaggi economici elevati.

LA PROPOSTA ALTERNATIVA A CONTO ENERGIA

Considerato che gli impianti del tipo sono di fatto ammortizzati e che l’alternativa da proporre non può essere penalizzante per il proprietario (diritto acquisito), con l’obiettivo di rendere veramente autonome energeticamente tali unità abitative in ottica green si ipotizza:

  • Rinuncia del proprietario impianto FV a ogni forma futura di incentivo, scambio sul posto, eccedenza, ecc. (Stato risparmia 11500 €/impianto)
  • Installazione di sistema di accumulo e nuovo inverter (ormai dopo 10 anni a rischio vetustà) con contributo (ad esempio da finanziare con fondi PNRR facilmente spendibili in tempi brevi o Conto termico 3.0) da parte dello Stato fisso di 6000 € (-50 % % della spesa prevista per conto energia residuo) pari a circa il 80 % dell’investimento in opera con IVA. Ipotizzando raggiungimento grazie ad accumulo dell’80% della autonomia si ridurrebbe la spesa residua di energia da rete del proprietario impianto a 100 €/anno
  • Conseguente indotto sviluppo di industrie/commercializzazioni nazionali che realizzano accumuli/inverter, in linea con piano green europeo ed eventualmente accoppiando possibilità (con incentivi?) rinnovo pannelli fotovoltaici installati da più di 10 anni, anche per sostenere nuova industria nazionale realizzata in Sicilia.

Il proprietario dell’impianto per gli 8 anni (2024-2031) rimanenti avrebbe due alternative:

  • ricevere 11500 € (ma con rischio di spesa di cambio inverter per vetustà) e spendere 4000 € di energia da rete, quindi incasso netto 7500 €
  • risparmiare 400 €/anno (500 €/anno -100 €/anno di spesa da rete residua)*8 anni =3200 € e con presumibile mantenimento risparmio anche in anni successivi (durata FV circa 30 anni) grazie a un impianto nuovo efficiente, di valore 7500 €, pagandolo solo 1500 € .

Lo Stato potrebbe quindi risparmiare 215 milioni €/anno (per un totale di 1,7 miliardi €) di spesa corrente, a fronte di un contributo a fondo perduto (ma da fondi tipo PNRR o conto termico 3.0) di 0,9 miliardo €,  quindi risparmio netto 0,8 miliardi €,  ma facendo una azione in linea con la linea green europea: riduzione immissione in rete di energia elettrica, sostegno all’autonomia energetica elettrica dei singoli immobili (anche in vista di diffusione di caricamento auto elettriche che in generale non può avvenire durante orari diurni di insolazione), riduzione emissioni, ecc..

Ovviamente trattasi di uno spunto di riflessione da affinare (magari con altri correttivi amministrativi) che vuole usare i cambiamenti climatici dell’ultimo decennio  per una riduzione della spesa corrente dello Stato su impianti ormai ammortizzati. In ottica di tutela dei diritti di chi ha sottoscritto il Conto energia, con un aumento efficienza impianti FV in ottica green, con possibili aspetti positivi su industria e commercio nazionali se opportunamente sostenuti.


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Energy manager, Ege ed ex Dirigente presso Intesa Sanpaolo