La transizione energetica porta con sé una serie di nuove opportunità lavorative, che bisogna essere in grado di cogliere. Solo nel settore del fotovoltaico, sarà necessario passare da 25mila a 300mila occupati. È quanto emerge da un’indagine di Hunters Group, società di ricerca e selezione di personale altamente qualificato, i cui risultati sono stati resi noti il 6 giugno.
La diffusione del fotovoltaico sul territorio italiano
“Già nel 2022, il settore delle energie rinnovabili, fotovoltaico in primis, ha iniziato a correre in Europa e, in maniera forse ancora più decisa, in Italia”, commenta Gionata Aldeghi, manager della divisione Renewables & Energy Efficiency di Hunters, brand di Hunters Group. Secondo l’ultimo rapporto statistico del GSE, nel 2022 la diffusione del fotovoltaico sul territorio italiano è aumentata del 20,6 per cento in termini di numero di impianti, e del 10,9 per cento in termini di potenza installata.
“C’è, però, un grosso problema di competenze. Una situazione che ha costretto molte imprese a guardare al di fuori dei confini nazionali per trovare professionisti: un’occasione persa per il nostro Paese”, prosegue Aldeghi. Soltanto nei primi mesi del 2023, le ricerche di lavoratori “verdi” sono aumentate del 18 per cento.
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I tre profili più richiesti dalle aziende
Progettista elettrico. Laureato/a in Ingegneria elettrica, il suo compito è quello di progettare, disegnare e collaudare gli impianti elettrici. Il suo compenso può variare da 30-35mila euro lordi annui per le figure junior, fino a a 65-70mila euro per i responsabili di team.
Project manager. Si occupa di seguire e coordinare la commessa dall’avvio alla realizzazione. Ha una formazione tecnica e, possibilmente, anche solide competenze in ambito economico, utili per la gestione finanziaria dei progetti. Il compenso annuo si aggira tra i 35-40mila euro per i profili junior, fino ai 65-80mila euro per i responsabili di grosse commesse.
Permitting manager. Si occupa di seguire e richiedere agli enti preposti tutte le autorizzazioni necessarie per la costruzione degli impianti. Solitamente laureato/a in Ingegneria o Geologia, deve possedere spiccate capacità economiche e progettuali per comprendere fin da subito quanto sia “sfruttabile” un determinato terreno e per valutare l’investimento effettuato. Il compenso varia da 30-37mila euro fino a 50-60mila.
La crescita delle aziende produttrici di componentistica
Green jobs che offrono davvero tanti sbocchi professionali nel settore italiano del fotovoltaico. Le aziende produttrici di componentistica con sede nel nostro Paese ammontano a 234, di cui 52 si occupano anche della fase di installazione degli impianti. Il numero appare più alto rispetto a quello dei fornitori esteri, che sono 164. Questo significa che il 58,8 per cento dei fornitori di componentistica per il mercato nazionale del fotovoltaico ha sede in Italia: lo rivela un’analisi condotta da Business Intelligence Group per conto dell’associazione GIS – Gruppo Impianti Solari.
La lentezza degli iter autorizzativi
Passando alla porzione di filiera che si occupa dell’installazione degli impianti fotovoltaici, l’indagine riporta che le imprese con sede in Italia sono 2.900, di cui 2.862 installano piccoli impianti. Gli installatori hanno sede principalmente in Lombardia (530 imprese), Veneto (385) ed Emilia-Romagna (310). E la Cina, di cui si parla tanto? È il principale fornitore europeo di materie prime per la filiera energetica.
Invece, il settore in cui la nostra nazione possiede una buona porzione di autonomia è la capacità produttiva di componentistica, che richiede competenze ingegneristiche di progettazione, assemblaggio, manutenzione e immissione sul mercato. Non resta che velocizzare le operazioni: “La quantità di GW di cui è stata richiesta la connessione nel 2022 dimostra che, se la metà dei progetti fosse approvata, avremmo già centrato gli obiettivi di decarbonizzazione”, conclude Raffaello Giacchetti, presidente di GIS – Gruppo Impianti Solari.
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