Quale pannello fotovoltaico acquistare? Cinese o tedesco? Inoltre, meglio scegliere un generico inverter a stringa o pagare di più per il top del mercato? Sono i quesiti posti da PVCompare agli utenti italiani iscritti al sito per rilevare quali sono stati nel 2015 i parametri di scelta tra le offerte disponibili.
Ne è emerso che il 25% dei proprietari italiani di impianti fotovoltaici ha avuto problemi dopo l’installazione, che per il 12% l’inverter è stato il componente che ha dato maggiori grattacapi e, infine, che il campione ha preferito gli inverter tedeschi. Per quanto riguara i produttori cinesi, invece, hanno riscosso più gradimento i pannelli degli inverter.
Per quanto concerne la dimensione media degli impianti, è la taglia dei 3 kWp ad essere stata maggiormente installata nel 2015 (nel range tra i 2.5 e i 3.7kWp). Un trend che si discosta dagli anni precedenti, quando si sceglievano sistemi più grandi in prospettiva dei programmi di sostegno, e che è destinato a proseguire nel 2016.
Questo orientamento è positivo: conviene che l’utente produca tanta energia quanta ne consuma (per evitare che l’esubero immesso in rete venga retribuito a valori inferiori di quelli pagati per i kWh prodotti) e installi un impianto “su misura”. Ad esempio, per una famiglia che vive nel Sud Italia è sufficiente un impianto da 2.75 kWp; per chi vive al Nord è meglio uno da 3.5.
Il 70% del campione ha pagato 2.000-2400 euro per kWp installato (iva inclusa). Costo che include materiali, progettazione, installazione e consulenza – per richiedere l’autorizzazione e la connessione elettrica – e che rappresenta un intermezzo tra le offerte esistenti (il 15% del campione dichiara di aver affrontato una spesa di oltre 2500 euro al kWp mentre altri hanno pagato 1700 euro al kWp). Sui tempi di rientro dell’investimento si oscilla dai 5 ai 10 anni e il 15% degli utenti intervistati ha dichiarato che il sistema installato, secondo le previsioni, si ripagherà prima del previsto rispetto la progettazione.
Il 12 degli intervistati ha acquistato il marchio più popolare di pannelli solari e il 74% si è dimostrato consapevole e preparato circa il luogo di produzione (il 61% di quelli acquistati sono stati prodotti in Europa di cui il 31% in Germania). Nel 2015 sono stati gli inverter SMA (22%) e ABB (18%) quelli più acquistati e, anche in questo caso, gli utenti sapevano dove erano costruiti (il 37% in Germania e il 17% in Cina). In entrambi i casi è il vecchio continente a dare più fiducia agli italiani: solo l’11% degli inverter europei acquistati ha avuto problemi contro il 17% di quelli cinesi (di questi il 16% è stato sostituito). Anche se i proprietari di pannelli e inverter cinesi ed europei hanno dato una valutazione media elevata per entrambi (84%).
Nell’installazione dell’impianto il 32% del campione ha dichiarato di aver avuto problemi, il 12% ritardi (soprattutto per il cablaggio errato o il cambio dei materiali dopo la firma del contratto) e il 79% ha dovuto cercato maggiori informazioni sul web. Infatti sui 13 servizi base che gli utenti avrebbero dovuto ricevere col programma di installazione, in media ne sono stati forniti 8; il 4% non ne ha ricevuto nessuno.
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