Quando pensiamo alle onde, può essere che ci vengano in mente i giganti di Nazaré, la località portoghese che attira ogni anno migliaia di surfisti a caccia di adrenalina. Insieme a correnti e maree, le onde rappresentano una vera e propria fonte di energia. Pulita e rinnovabile. Seapower scrl, centro di ricerca partecipato dell’Università Federico II di Napoli, ha sviluppato due sistemi che sono pronti per la fase dello sviluppo commerciale: Pivot e Gemstar, presentati lo scorso 22 marzo.
Pivot
Il primo, nato nel 2015, è costituito da una struttura fissa cui è collegata una boa galleggiante, capace di trasformare l’energia delle onde in energia elettrica tramite il sistema di Power Take-Off (PTO). L’impianto dev’essere ancorato a una base stabile, come un molo, ed è anche in grado di attenuare il moto ondoso e proteggere le spiagge.
Dopo le verifiche in laboratorio, il prototipo è stato testato con successo presso il porto di Civitavecchia. Le stime indicano che un sistema Pivot di 5 x 3 metri con un pescaggio di 1,5, installato sulla costa della Sardegna, potrebbe generare circa 20mila kWh di elettricità.
Gemstar
Gemstar, detto “l’aquilone del mare”, converte l’energia cinetica delle correnti (il cui potenziale in Europa è di circa 150 TWh l’anno) in energia elettrica. È costituito da due turbine collegate a un galleggiante che, attraverso un cavo, è vincolato al fondale marino. Tramite un argano, il sistema trascina sé stesso sotto la superficie, a circa 15 metri di profondità; in presenza di corrente, si allinea con la stessa galleggiando a mezz’acqua, proprio come farebbe un aquilone in aria.
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Un primo prototipo di 20 kW è stato installato per un breve periodo nella Laguna Veneta, mentre il prossimo (da 300 kW) sarà posizionato nello Stretto di Messina. Lì, sfruttando correnti capaci di superare i 2,5 metri al secondo, la produzione di energia potrebbe arrivare a 125 GWh l’anno. Per questo, Seapower è alla ricerca di nuovi fondi.
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