Elettricità Futura: “Dl Sostegni ter minaccia la transizione energetica”

L'intervista ad Agostino Re Rebaudengo, presidente dell'associazione che rappresenta le realtà del settore elettrico italiano. Tre domande su attualità, prospettive e proposte dal punto di vista degli operatori.

LEprincipali associazioni che rappresentano il settore elettrico hanno alzato il fronte contro il Dl Sostegni ter. In particolare, sarebbero le misure di clawback a minacciare la transizione energetica e lo sviluppo delle rinnovabili in Italia introducendo misure discriminatorie nei confronti degli impianti a tariffa feed-in-premium per geotermico, idroelettrico, fotovoltaico ed eolico con potenza superiore a 20 kW.

Secondo Elettricità Futura, utilizzare stime di riferimento fisse fino al 31 dicembre 2022 per tali impianti – basate sui prezzi medi zonali storici dell’energia elettrica – avrebbe conseguenze negative. Potrebbe cioè comportare distorsioni nei mercati dell’energia all’ingrosso oltre a incidere sulla libera formazione dei prezzi, con impatti sugli investimenti nelle Fer e minando lo stesso funzionamento del mercato interno dell’elettricità.

L’appello rivolto al Governo è quello di avviare un dialogo costruttivo per definire soluzioni più efficaci ed equilibrate e far fronte al caro energia in linea con gli obiettivi della decarbonizzazione, tutelando anche le fasce più vulnerabili dalla povertà energetica.

Canale Energia ha approfondito la questione intervistando il presidente di Elettricità Futura, Agostino Re Rebaudengo.

Elettricità futura, insieme alle principali associazioni di produttori di energia, di consumatori e ambientaliste, si è schierata contro il Dl Sostegni ter perché a vostro giudizio stravolgerebbe le dinamiche di mercato e non risolverebbe l’emergenza di limitare gli aumenti dei costi energetici. Avete parlato di “misure complesse e discriminatorie”.

Secondo alcune vostre recenti stime, per raggiungere l’obiettivo della transizione energetica occorre mettere a sistema investimenti privati da 100 miliardi di euro al 2030. L’avvertimento che avete lanciato è chiaro: il mancato conseguimento dei target avrebbe impatti molto negativi sul sistema economico, in termini di competitività delle imprese e oneri per i consumatori. Quali sono le aspettative degli operatori di settore anche nell’ottica degli obiettivi Fit for 55?

Il problema del ritardo italiano sulla via della transizione energetica sarebbe principalmente di natura autorizzativa. Stando alle vostre osservazioni tecniche, l’Italia è il Paese europeo con tempistiche più lunghe e costi più alti per ottenere un’autorizzazione. Quali le proposte per snellire le procedure e garantire così quello slancio necessario a vincere la sfida della decarbonizzazione?

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Freelance nel campo della comunicazione, dell’editoria e videomaker, si occupa di temi legati all’innovazione sostenibile, alla tutela ambientale e alla green economy. Ha collaborato e collabora, a vario titolo, con organizzazioni, emittenti televisive, web–magazine, case editrici e riviste. È autore di saggi e pubblicazioni.