E’ durata tre anni la battaglia contro gli impianti di fotovoltaico nella provincia di Viterbo. Surreale quanto accaduto ma non così raro purtroppo. Andiamo a ripercorrere i fatti.

Nonostante il parere favorevole della Regione Lazio e dalle varie altre pubbliche amministrazioni coinvolte e ottenuta la Valutazione di Impatto Ambientale, il Comune di Montalto di Castro e il Ministero della Cultura (MIC) con le firme di Bonisoli prima e di Franceschini poi, hanno deciso di presentare opposizione a giugno 2019. Da allora gli impianti sono stati bloccati fino alle sentenze definitive emesse dal Consiglio di Stato in questi giorni.

I giudizi hanno visto come parte contrapposta agli impianti, oltre al MIC e alla Presidenza del Consiglio, anche il Comune di Montalto di Castro (che, unica tra tutte le amministrazioni locali, aveva espresso il parere negativo in conferenza di servizi) e come parte a favore la Regione Lazio, che ha sempre difeso, a detta dei protagonisti della vicenda, la valutazione di impatto ambientale positiva degli impianti.

La vicenda fa comprendere forse ancor di più quanto sia stata importante la scelta del governo di snellire e sbloccare le procedure per gli impianti da rinnovabile, decisione presa solo per la contingenza economica del caro energia, ma comunque essenziale.

Sblocca fotovoltaico: un ritardo che ha inficiato sui successivi sviluppi di nuovi progetti energetici

A sottolineare quanto accaduto la GIS, Gruppo Impianti Solari, nata da un iniziale gruppo di aziende localizzate nel Lazio, divenuta poi a tutti gli effetti un organismo associativo senza scopo di lucro.

Un ritardo che “ha comportato milioni di perdite per i soggetti investitori, per accresciuti costi, personale, prolungamento dei contratti per l’acquisto dei diritti reali, per i giudizi, etc” spiega a Canale Energia l’Associazione GIS. “Il ritardo ha, di fatto, bloccato tutti i successivi sviluppi in nuovi progetti energetici, per i quali non abbiamo potuto investire. Ha, inoltre, comportato che le società costruttrici per due anni abbiano avuto bilanci paralizzati.

Nel Lazio ci sono ancora molti progetti in corso, ma i nostri Associati non sono interessati a investire oltre

Ora il principale effetto è che non si reperiscono sul mercato componenti sufficienti a costruire tutti gli impianti, che sono stati sbloccati tutti insieme, mentre in precedenza sarebbero stati autorizzati secondo un calendario che avrebbe consentito di realizzare gli impianti in modo sostenibile e a costi ragionevoli.

Nel Lazio ci sono ancora molti progetti in corso, ma i nostri Associati, che sono tra i più grandi player europei, non sono interessati a investire oltre e stanno chiedendo progetti in altre Regioni, quando non in altri Paesi (come la Spagna, per esempio)”.

Una problematica a cui il Ministero della transizione ecologica, nei panni del Ministro Cingolani, è stato vicino se non anche sprone affinché si risolvesse velocemente e positivamente “Il Ministro Cingolani ha ricevuto il Presidente di GIS e si è relazionato più volte con l’Associazione, il suo portavoce e alcuni associati, ascoltando i problemi, sollecitando suggerimenti operativi e proponendo soluzioni. Grazie al Ministro Cingolani, circa 48 progetti di associati GIS, che erano bloccati da anni in una specie di limbo (in una fase del procedimento di opposizione al Consiglio dei Ministri, per iniziativa del MIC e della Soprintendenza di Viterbo) sono stati sbloccati”.

Di fatto però manca una reale motivazione al blocco che ha danneggiato imprese e territori, se non come denunciato dalla Gis uno: “Scarso contatto con la realtà, modalità di rapporto con le imprese di tipo Ottocentesco, mancanza di competenze tecniche, mancanza di volontà di verificare se effettivamente gli impianti fossero impattanti per paesaggio e beni culturali. Il MIBACT (ora MIC), a nostro avviso voleva e vuole mantenere uno stretto controllo del territorio, anche dove questo controllo non è consentito dalla legge”.

La natura degli impianti nel viterbese

Si tratta di due impianti per un totale di 235MW di fotovoltaico, da 150 MW a Tuscania e uno da 85 MW a Montalto di Castro.

Entrambi collocati in terreni privati, invisibili da punti di visuale pubblica, fuori da zone vincolate, d’interesse turistico o a rischio archeologico per cui è stata prevista una integrazione con attività agricole silvo-pastorali, nello specifico con il pascolo di ovini, grazie ad accordi presi con pastori locali.

Gli impianti saranno realizzati con mano d’opera locale e i finanziatori privati, solo con fondi privati e aderiscono ai criteri etici ESG vista la ricaduta economica positiva sui territori interessati.

 


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.