comunità energetiche proposte Anche Italia solare e Legambiente hanno partecipato alla consultazione aperta da Arera sulle comunità energetiche con alcune proposte.

Comunità energetiche, proposte e valutazioni

Nel documento proposto da Arera, spiegano in nota le due associazioni, ci sono senza dubbio “spunti positivi di interpretazione della normativa, riguardo alla tipologia di configurazioni ammesse”.

Limite di potenza per ciascun impianto

E’ inoltre “importante” secondo Italia solare e Legambiente, che sia stato specificato che all’interno dei sistemi di autoconsumo collettivo e delle comunità di energia rinnovabile vi sia solo un limite di potenza per ciascun impianto. Ma non un limite alla potenza aggregata.

Presenza di più produttori

Le due associazioni valutano positivamente anche “la specificazione che all’interno dei sistemi di autoconsumo collettivo e delle comunità di energia rinnovabile vi possano essere più produttori fra loro diversi”.

Le 7 proposte sulle comunità energetiche

Tuttavia, spiegano Italia solare e Legambiente, vi sono degli elementi che “meritano un approfondimento e una rielaborazione nella definizione finale del documento”. Vediamoli qui di seguito.

1. Dare adeguata considerazione al consumo istantaneo di energia

L’autoconsumo collettivo e la condivisione di energia tecnicamente danno un contributo di capacità e diminuiscono i costi per la gestione dei flussi di energia e per le infrastrutture di rete. Questo perché diminuiscono i flussi di energia verso le linee di alta tensione e di media tensione. E quindi la necessità di ottenere servizi su tali linee e la capacità impegnata sulle linee di maggiore tensione.

Massimizzare autoconsumo istantaneo o la condivisione istantanea di energia

Occorre quindi meglio riflettere la finalità espressamente stabilita dall’articolo 42 bis del DL 162/2019 di massimizzare l’autoconsumo istantaneo o la condivisione istantanea di energia. Questi sono elementi fondamentali per la transizione energetica e per lo sviluppo delle più innovative tecnologie al servizio della stessa. In particolare dovrebbero essere riconosciuti i risparmi sui costi di dispacciamento, sulle infrastrutture di distribuzione e sui costi di capacità, che oggi non hanno valorizzazione nel Dco.

2. Mancata disciplina della condivisione di energia

Il documento di consultazione proposto, spiegano le due associazioni, non attua il meccanismo di condivisione di energia. E questo nonostante in più punti l’articolo 42 bis del DL 162/2019 faccia riferimento al diritto di condividere l’energia nei sistemi di autoconsumo collettivo e nelle comunità di energia rinnovabile e preveda la necessità di valorizzare i risparmi sulla materia prima energia. Le associazioni chiedono dunque di dare piena applicazione alla disciplina di legge. E a quanto previsto dalla disciplina comunitaria consentendo l’effettiva condivisione della materia prima energia

3. Necessità di chiarire il regime fiscale della condivisione di energia

L’articolo 42 bis del DL 162/2019 stabilisce che Arera deve adottare i provvedimenti necessari a garantire l’immediata attuazione delle disposizioni in materia di autoconsumo collettivo e comunità di energia rinnovabile. Tale disposizione non prevede eccezioni per quanto riguarda la disciplina fiscale. Si ritiene dunque che sia necessario che Arera attivi, prima dell’adozione dei propri provvedimenti, i necessari coordinamenti con l’Agenzia delle entrate e le altre autorità di carattere fiscale per garantire l’immediata attuazione delle disposizioni.

4. Attività complementari da parte delle Comunità di energia rinnovabile

L’articolo 22 della direttiva 2001/2018 ha previsto che non debbano essere previsti ostacoli normativi o amministrativi che risultino ingiustificati per le attività della comunità, si chiede quindi di specificare che l’accesso alle attività di vendita dell’utente del dispacciamento e del balance service provider sia garantito alle comunità a condizioni semplificate che tengano conto delle loro limitate dimensioni.

5. Attività di misura e l’accesso ai dati

Per quanto riguarda le modalità di misura, le associazioni chiedono, per i soggetti che intendano aderire a sistemi di autoconsumo collettivo o a comunità di energia rinnovabile, che sia garantita la possibilità di usare un contatore 2G. Il tutto provvedendo alla sua installazione da parte del distributore. Inoltre, per quanto riguarda i dati in immissione, le associazioni chiedono che siano utilizzati i dati trasmessi dal produttore. E non quelli inviati dal distributore, qualora il produttore lo richieda.

6. Incentivi

Trattandosi di incentivi diversi da quelli cui fa riferimento l’articolo 26 del D. Lgs 28/2011, Italia solare e Legambiente chiedono che gli altri incentivi siano cumulabili nei limiti stabiliti dalle norme comunitarie sugli aiuti di Stato. La delibera dovrebbe inoltre specificare che le tariffe incentivanti dovrebbero prevedere una maggiorazione non solo per l’installazione dei sistemi di accumulo. Ma anche per quella parte di energia che risulta istantaneamente condivisa.

Impianti in zona agricola 

Sarebbe anche opportuno chiarire espressamente che, sulla base della disciplina vigente, si possono avere gli incentivi della comunità energetica anche per impianti in zona agricola.

7. Necessità di uno studio di sistema

Arera, secondo le due associazioni, dovrebbe attivare uno studio e un’analisi approfondita per meglio capire come le configurazioni di autoconsumo multiplo interagiscono con il sistema elettrico e ottenere spunti e modalità per meglio valorizzarne il contributo, anche in un’ottica di medio-lungo periodo, ai fini della completa attuazione della Direttiva 2001/2018.


Per ricevere quotidianamente i nostri aggiornamenti su energia e transizione ecologica, basta iscriversi alla nostra newsletter gratuita

Tutti i diritti riservati. E' vietata la diffusione
e riproduzione totale o parziale in qualunque formato degli articoli presenti sul sito.
Un team di professionisti curioso e attento alle mutazioni economiche e sociali portate dalla sfida climatica.