Burocrazia e impianti vetusti, tra i maggiori ostacoli per le rinnovabili in Italia

I dati dello studio “Net Zero: la sfida e il potenziale delle energie rinnovabili al 2050”

Serve un’accelerazione decisa negli investimenti e agire con nuove politiche pubbliche per alleggerire il peso burocratico dei processi autorizzativi. A questo si somma il peso anche della vetustà degli impianti. Difatti il parco attuale delle rinnovabili in Italia vede un 70% di impianti idroelettrici e geotermoelettrici antecedente al 1980, mentre due terzi degli impianti eolici e fotovoltaici risalgono al periodo 2007-2014.

Questo quanto emerge dallo studio “Net Zero: la sfida e il potenziale delle energie rinnovabili al 2050”, presentato oggi a Milano in occasione del workshop “Net Zero Economy al 2050: miraggio o realtà?” organizzato da Agici nell’edizione 2024 dell’Osservatorio Rinnovabili OIR, che vede Edison come partner strategico.

“Immaginare una società decarbonizzata significa entrare in un terreno ancora inesplorato, proiettarsi in un mondo completamente nuovo: per questo motivo ci preme sottolineare che, per raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2050 c’è bisogno di realismo, ma soprattutto di uno sforzo concreto e condiviso da parte di tutti”, ha dichiarato Marco Carta, Amministratore Delegato di Agici. “Il nostro studio mostra come le aziende siano pronte a fare la propria parte, ora si attende una risposta a livello politico. Sono ancora troppe le lungaggini, le moratorie e i singoli provvedimenti che, spesso in contrasto con lo stesso PNIEC, rallentano e bloccano gli investimenti: accelerare i processi di implementazione è oggi un imperativo non più prorogabile.”

Marco Carta_AD Agici_Net Zero Economy al 2050_17.09.2024
Marco Carta AD Agici al Net Zero Economy Fonte Agici

Le basi dell’analisi e gli investimenti necessari delle rinnovabili in Italia

Stando all’analisi svolta sulla base delle strategie di 17 grandi utility italiane ed europee, per una capacità complessiva installata di 224,8 GW composta da:

  • 47% di eolico
  • 34% di idroelettrico.

Capacità aumentata nel corso del 2023 grazie a 42,6 miliardi di euro di investimenti.

Serviranno quindi 1.010 miliardi di euro entro il 2050. Mentre se si considera una capacità stimata di 83 GW al 2025, bisognerà arrivare a rinnovare 73,8 GW della produzione italiana entro il 2050. Azione che prevede un costo stimato di 48,3 miliardi di euro, e che vede impegnati sopratutto i settori fotovoltaico e idroelettrico.

Quando si parla di transizione energetica e di innovazione, è necessario tenere a mente che alla base del processo vi sono degli impianti soggetti naturalmente a obsolescenza. Non è sufficiente investire in una capacità rinnovabile per arrivare ad una Net Zero Society, ma è necessario pianificare e anticipare ad oggi i costi di manutenzione e rinnovo di domani. Al nostro Paese è richiesta una grande lungimiranza per supportare gli operatori nel sostenimento dei costi e garantire, con policy adeguate, una corretta manutenzione degli impianti.” ha aggiunto Anna Pupino, Coordinatrice Osservatorio OIR di Agici.

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