Blocco alle rinnovabili in Sardegna, l’opposizione dell’ANEV

"La previsione normativa contenuta nel provvedimento sembra figlia di un accanimento verso le fonti pulite che finirà per avvantaggiare solo gas e centrali a carbone"

La Giunta regionale della Sardegna, guidata dalla presidente Alessandra Todde, ha varato un disegno di legge che bloccherà le FER e i sistemi di accumulo fino a diciotto mesi, tempo necessario a modificare la bozza del DM aree idonee.

Eolico Sardegna
Foto di Shaun Dakin su Unsplash

A renderlo noto, il 30 aprile, è l’Associazione nazionale energia del vento (ANEV), secondo cui “la previsione normativa contenuta nel provvedimento, che dovrà passare dal Consiglio, sembra figlia di un accanimento verso le fonti pulite che finirebbe per avvantaggiare solo il gas e le centrali a carbone”.

“Colonialismo energetico” o sviluppo sostenibile?

L’abbondanza di vento e di sole hanno spinto i grandi player dell’energia rinnovabile a cecare di accaparrarsi superfici terrestri e marine per installare grandi impianti eolici e fotovoltaici. Non tutti gli abitanti dell’isola, però, vedono questo sviluppo di buon occhio, tanto che alcuni son arrivati a definirlo “colonialismo energetico”.

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Una decisione, quella della Sardegna, “in contrasto con le norme nazionali e comunitarie”

La decisione dell’amministrazione sarda va forse nella direzione di conciliare vari interessi, ma secondo l’ANEV è una scelta poco lungimirante e illegittima. “Se infatti leggiamo il testo approvato oggi dalla Giunta, vediamo che esso precisa che: ‘l’intero territorio regionale è sottoposto a misure di salvaguardia del paesaggio, del territorio e dell’ambiente comportanti il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione di suolo’ e questo già di per sé sembra chiaramente recare dei profili di illegittimità in quanto in contrasto con le norme nazionali e comunitarie in materia”, rende noto l’associazione.

“La nuova Giunta si spinge addirittura oltre precisando che: ‘Le disposizioni di cui al precedente comma si applicano anche agli impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili le cui procedure di autorizzazione o concessione sono in corso al momento dell’entrata in vigore della presente legge’ aggiungendo elementi che sembrano far pensare anche alla lesione di diritti costituzionalmente tutelati”, conclude l’ANEV in una nota stampa.


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