Il settore primario può diventare da consumatore, produttore di energia? E’ a questa domanda che risponde il primo Rapporto Agroenergie realizzato da Confagricoltura presentato oggi a Roma nella sede dell’associazione a Corso Vittorio Emanuele.
L’analisi è il primo frutto del lavoro dell’Osservatorio Agroenergie fondato dall’associazione degli imprenditori agricoli e valuta tre cluster di produzione energetica equivalenti a per 57 GW di capacitá installata: fotovoltaico, bioenergie e idroelettrico.
“Sono stati individuati 14 archetipi che identificano nel fotovoltaico su tetti e a terra che può ancora esprimere molto per il comparto nella auto produzione energetica”, tutte questioni che dovranno essere analizzate per capire un indirizzo futuro puntualizza Donato Rotundo direttore dell’Area Ambiente e Innovazione di Confagricoltura.

“La centralità dell’agricoltura torna in campo come se fosse una novità” commenta il ministro dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste Francesco Lollobrigida.
“Il ruolo dell’agricoltore non è solo quello dell’imprenditore ma anche di custode del territorio. Per questo continueremo a investire con le aziende (anche delle reti n.d.r.)”
In questo scenario, continua il Ministro i sostegni all’agricoltura “non sono un privilegio”. “Auspichiamo che con l’agricoltura 5.0 si possa tornare a portare uno sviluppo del settore” ma chiarisce il Ministro in luoghi in cui è difficile altrimenti mantenere la produzione a causa dei suoi costi di gestione.
Rispetto le polemiche sull’art. 5 il Ministro non ha dubbi “L’agricoltura in Italia sta producendo energia verde. L’impatto è un impatto positivo. Voglio dire con chiarezza che dei 22mila impianti istallati non ce ne è uno che sottrae e un metro di terra alla produzione agricola”.
Circa 150 mila mq di #tetti sono ancora disponibili a ospitare impianti di #fotovoltaico @Confagricoltura pic.twitter.com/PmPrxVzgDc
— canaleenergia (@canaleenergia) February 11, 2025
Infrastrutture un elemento strategico
“La stima di produzione sulle tre fonti che abbiamo analizzato arriverà a 90GW” illustra Rotundo. Dati per cui si stima che al 2030 in Italia si avrà il 10% di energia rinnovabile prodotta da imprese agricole. “In questo scenario il biometano è in corsa ad oggi l’idrogeno lo sarà nel futuro”.
Per il futuro ci sono alcuni temi caldi da affrontare per il comparto come: il ruolo delle comunità energetiche rinnovabili, l’incognita Fer X e prezzi minimi garantiti.

Uno scenario in cui la rete svolge un ruolo strategico. Sottolinea Nicola Lanzetta AD Enel Energia. “Questa rete deve essere in grado anche di fronteggiare un cambio di clima in corso”. Per farlo si sta progettando reti guardando a che tecnologie tipicamente usate nei paesi molto caldi come l’Africa.
Energie e valorizzazione di territori e business agricolo
“Se ci pensate agricoltura ed energia sono gli asset principali della vita umana e sono coordinate” evidenzia Lanzetta. “Stiamo sperimentando su alcuni territori la condivisione dell’investimento.”
Un sistema per sviluppare siti di produzione e sviluppo della rete che coinvolge il territorio stesso. “Inoltre bisogna capire quali tecnologie possono integrarsi al meglio con il business” insomma un dialogo aperto. Che paradossalmente ha bisogno di deregolamentare alcuni aspetti deregolameramentarne altre per vedere crescere il comparto e in armonia con la infrastruttura necessaria.
“Le imprese agricole che investono in #agroenergie hanno migliorato le performance nella produzione primaria. La produzione di energia si conferma un’opportunità per le nostre aziende, sia perché dà la possibilità di diversificare le fonti di reddito, sia perché consente di… pic.twitter.com/sX19LTGBqi
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