La famiglia in povertà energetica è spesso più numerosa, vive in case non di proprietà e facilmente si trova in difficoltà a recepire informazioni corrette sul proprio consumo energetico e sugli strumenti per combatterlo. Ci troviamo di fronte a tre livelli di complessità: amministrativa, energetica e sociale; come sottolinea Roberto Malaman, segretario generale dell’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) intervenuto nel corso della prima giornata dell’evento “Un social green deal per combattere la povertà energetica” organizzato dall’Alleanza contro la povertà energetica.
Una complessità che comporta il rischio di esclusione. Compito dei soggetti in campo è proprio evitare che questo accada, spiega Malaman, che ricorda come ad oggi lo strumento in atto per combattere tale fenomeno fosse il bonus in bolletta. Con cui, nonostante ne sottolinei la molta fatica a superare l’automatismo retroattivo, dovrebbe aumentare notevolmente la fruizione del servizio dagli aventi bisogno, da circa 700 mila famiglie a quasi due milioni.
In questo contesto le comunità energetiche rappresentano una sfida positiva e complessa, anche a livello istituzionale per dare nuovi strumenti alle persone in difficoltà. Il prossimo passo è “vigilare” come rimarca il senatore Gianni Pietro Girotto presidente della X Commissione industria. Affinché “lo spirito della direttiva sia garantito” insieme a soggetti istituzionali come l’Agenzia dell’entrate e l’Arera. Il senso di tale recepimento è condiviso assicura Girotto: “Le comunità energetiche sono uno strumento di reciproco aiuto e non sono attività che devono essere assoggettate alla classica fiscalità e oneri o ad attività che hanno per oggetto lo scopo di lucro. Uno strumento che mette nero su bianco la condivisone come principio positivo di cui gli stati membri sono chiamati a farsi promotori”. “Ora bisogna preparare i decreti attuativi” sottolinea Girotto “tutti dobbiamo vigilare perché tutto vada per il meglio”, e anticipa “la bollettazione puntuale e il superamento dei 200KW a impianto ci saranno”. Mentre assicura “Lo strumento deve rimanere molto semplice dal punto di vista burocratico. Tutto l’aspetto di gestione dei flussi economici e della fiscalità relativa deve essere semplifice, perché non si tratta di responsabilità di impresa” rispondendo così in parte anche allo scambio di criticità rispetto la necessità di una neutralità fiscale per le comunità energetiche emersa nell’intervento dei relatori precedenti: l’avv. Emilio Sani di Sani Zangrando e Patrizia Claps dell’Agenza delle entrate.
Nella complessità resta al centro la tutela del cittadino
I cambiamenti nel sistema energetico sono stati diversi negli ultimi anni e se guardiamo alle comunità energetiche vediamo come tocchino anche la relazione e la tutela dei cittadini che vi partecipano, come ricorda il Segretario generale dell’Arera. “Ci sono opportunità positive per i partecipanti di una comunità, ma non è detto che rimangano gli strumenti di tutela delle controversie del mercato dell’energia tradizionale. Come Arera abbiamo evidenziato che bisogna reinventare questi strumenti, guardando ai rapporti tra soggetti che sono più complessi, senza andare a detrimento delle forme di tutela del consumatore”.
Un esempio è la configurazione della cooperativa tipica delle comunità energetica “bisogna che al cittadino sia chiaro che entra a far parte di una cooperativa e quindi i suoi diritti e anche i doveri” spiega Malaman.
L’importanza del promotore locale e della divulgazione
“Senza un soggetto forte localmente che faccia da promotore, ancora difficilmente partono queste iniziative” rimarca Malaman “per questo tali soggetti devono trovare luoghi di crescita e condivisione”. Azione su cui l’Autorità si candida come parte attiva.
Intanto si sta muovendo qualcosa anche a livello industriale come sottolinea il presidente della Commissione industria: “Gli stessi professionisti stanno capendo quando rappresenti un vantaggio anche per loro la comunità energetica, perché oltre allo sgravio in bolletta c’è il mercato delle istallazioni che, se pensiamo al numero dei condomini in Italia, è immenso”.
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