Affrontare la povertà energetica con un approccio pragmatico e volto a divulgare buone pratiche. Questo l’obiettivo del talk “Efficienza e comunità energetiche strumenti per contrastare la povertà energetica”, organizzato dalla testata on line Canale Energia all’interno delle attività di divulgazione e sensibilizzazione che la testata con il Gruppo editoriale porta avanti all’interno dell’Alleanza contro la povertà energetica.
“Il nostro sforzo insieme con i partner e con il supporto continuo di Enea sta non solo producendo dei risultati, ma ci sta anche instradando a pensare che l’individuo sia quello da tenere al centro dell’attenzione e non l’involucro” così Giuseppe Liscio AD di Arca Capitanata ente che gestisce oltre 11mila alloggi nell’area del foggiano racconta l’esperienza del progetto Rehaus a cui ha aderito con Enea rappresentando uno degli otto siti europei in cui si sta svolgendo una sperimentazione volta a ottimizzare l’efficienza delle strutture abitative delle case popolari.
Insomma un primo successo il progetto lo può già vantare perché come spiega Liscio “Anche se questo è un progetto sperimentale stiamo già tentando di portarci avanti partecipando nei bandi guardando alla gestione del patrimonio edilizio ma anche di chi ci abita”. Introdurre tecnologie “già come una semplice app di collegamento con Arca e i servizi comunali e realizzare alcune bacheche interattive, crea un collegamento con questo persone che hanno il senso dell’abbandono innato”.
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La peculiarità del progetto che prende vita a Margherita di Savoia, comune italiano di 11 157 abitanti della provincia di Barletta-Andria-Trani in Puglia, dove il 14 novembre prenderanno il via i lavori “Stiamo cercando partire da un’innovazione tecnologica arrivando a una sociale” come sottolinea la ricercatrice Enea Monica Misceo, responsabile laboratorio progetti e nuove pratiche per la riqualificazione energetica degli edifici. Per farlo sono state coinvolte le famiglie attraverso la mediazione di un “facilitatore sociale“. L’obiettivo è stato sia far comprendere cosa stesse stesse accadendo nell’abitazione che raccogliere le esigenze e le necessità dei singoli.
L’attuazione ha visto quindi un grande lavoro di innovazione tecnologica con la scelta e progettazione di soluzioni innovative, non ancora pienamente disponibili nel mercato. Ad esempio pannelli fotovoltaici verticali e colorati tanto da “sembrare elementi architettonici”. Un cappotto termico realizzato con un materiale in canapa. La conversione della struttura da impianti autonomi a uno centralizzato dotato di un sistema di storage multi fase. Tutti prodotti non ancora in commercio. E anche qui l’attenzione alla comunità locale in quanto abbiamo lavorato a stretto contatto con aziende del posto per l’elaborazione di queste forme di prototipi.
Il peso energetico degli elettrodomestici
Il parco medio istallato in Italia di elettrodomestici è di circa 10 anni. Ecco effettuare una sostituzione di questi con elementi nuovi significa ridurre del 60% la propria spesa energetica. Una lavastoviglie permette anche un risparmio di acqua del 90%.
per questo Applia Italia, l’Associazione Confindustriale che riunisce le imprese operanti in Italia nel settore degli apparecchi domestici e attrezzature professionali, sta lavorando a una proposta di legge che dia un incentivo per sostituire il parco elettrodomestici in casa.
Si tratta della proposta di legge depositata da Alberto Luigi Gusmeroli, Lega “Incentivi per l’acquisto di grandi elettrodomestici ad elevata efficienza energetica con contestuale riciclo degli apparecchi obsoleti” (855). Un’azione che dovrebbe guardare anche a sostenere le persone in povertà energetica. Un’azione che guarda anche al recupero di materiali sensibili come sottolinea Davide Castagna, responsabile del Gruppo Grandi elettrodomestici APPLiA Italia.
Le comunità energetiche termiche ed elettriche
Non solo efficienza anche l’approvvigionamento energetico rappresenta un aspetto centrale per sostenere le persone in povertà energetica e in questo un ruolo strategico lo possono svolgere le Comunità energetiche rinnovabili, soprattutto se solidali quindi con un intento proprio di attenzione verso queste realtà. Serve però guardare a queste con un approccio di efficienza di sistema per valorizzare al massimo l’investimento economico e il ritorno sociale, spiega l’avv. Emilio Sani, dello studio Sani Zangrando.
“Viviamo in un mondo che è abituato a separare elettrico e termico. E a pensare ciascun intervento in chiave specifica, individuale. La CER è sicuramente un elemento di aggregazione che può servire a dare un ritorno economico ai cittadini che partecipano, ma quello che vedo come elemento più forte è che si passi dall’edificio al quartiere. Anche per ragioni di economie di scala. La stessa ‘casa green’ ha bisogno di una pianificazione del territorio che permette di avere economie di scala. Agendo come aggregatore per interventi anche privati, non solo pubblici, può agevolare l’ingresso nelle opere di energy services company e dare accesso a incentivi. Non come detrazione fiscale, assolutamente inutili per chi ha redditi basi ma nella forma di contributi espressi“.
“Per farlo la comunità energetica deve guardare oltre al termico e alla efficienza energetica, così sì che da un contributo sistemico” come d’altronde ricorda Sani è scritto anche nella stessa normativa.
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