Gli oneri sulle ricariche elettriche sono penalizzanti rispetto ai carburanti. Trasferendo le esigenze di gettito su un percorso di riforma estesa dei sussidi ambientalmente dannosi (Sad), a oggi vigenti per gli usi di tutti i carburanti fossili per i trasporti, consentirebbe di recuperare oltre 6 miliardi di euro (su un totale di 8,8 miliardi di Sad in essere per il settore energetico), di cui circa 3,4 miliardi di euro relativi allo sconto applicato all’accisa per il gasolio rispetto alla benzina.
È quanto emerge dall’analisi realizzata dal think thank Ecco che approfondisce per la prima volta l’evoluzione del gettito delle componenti fiscali e parafiscali dei vettori energetici della mobilità privata su strada.
La maggiore tassazione delle ricariche elettriche
La maggiore tassazione delle ricariche elettriche è prevalentemente dovuta alla componente degli oneri generali di sistema, che risultano particolarmente gravosi sulle ricariche alle colonnine a uso pubblico e su quelle private diverse dalle domestiche (come, ad esempio, i contatori condivisi nei garage condominiali).
Per la ricarica domestica gli oneri risultano più elevati rispetto a benzina e diesel rispettivamente del 5% e del 30%, arrivando a un +265% nel confronto con il Gpl. Il differenziale cresce poi sensibilmente per le ricariche domestiche da utenze di altri usi, che scontano un peso dell’imposizione superiore del 134% rispetto alla benzina, del 191% rispetto al diesel e del 718% rispetto al Gpl.
Il confronto viene esteso anche alle ricariche in azienda (+22% di oneri a confronto con la benzina, +52% vs diesel, +327% vs Gpl), alle colonnine pubbliche a bassa potenza (+45% di oneri vs benzina, +81% vs diesel, +407% vs Gpl) e a quelle ad alta potenza (+202% di oneri vs benzina, +275% vs diesel e +954% vs Gpl).
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Emissioni: elettrico paga carico fiscale più alto dei carburanti fossili
La domanda a cui l’analisi intende rispondere è perché, se gli oneri fiscali e parafiscali sulle ricariche elettriche sono ben più alti rispetto a quelli applicati ai carburanti tradizionali, le entrate sono previste in calo? La risposta risiede nel fatto che, nonostante il peso degli oneri in tariffa, l’elevata efficienza delle auto elettriche permette di percorrere con la stessa quantità di energia distanze da 3 a 5 volte superiori rispetto agli equivalenti mezzi con motore endotermico.
In un’ottica di progressiva elettrificazione della flotta di auto circolanti è necessario guardare in modo coerente alle componenti fiscali e parafiscali dell’energia per i trasporti. Guardando al peso degli oneri in relazione alle emissioni di CO2 delle diverse alimentazioni, emergono lampanti divergenze: alla ricarica elettrica è applicato un carico fiscale e parafiscale pari a un costo medio equivalente di 415 euro per tonnellata di CO2 (870 euro/tCO2 per le ricariche in media tensione), contro un valore medio di 252 euro/tCO2 per i carburanti fossili.
Partendo dall’obiettivo del Governo di raggiungere entro il 2030 quota 4,3 milioni di auto elettriche e 2,3 milioni di ibride plug-in, e considerando l’evoluzione del parco circolante e l’estensione ai trasporti del meccanismo Ets dal 2027, l’analisi stima una riduzione del gettito fiscale rispetto al 2023 di circa 1,1 miliardi di euro al 2030, 3,7 miliardi al 2035 e 5,8 miliardi al 2040, valori che per il think thank Ecco potrebbero essere recuperati intervenendo progressivamente sugli attuali sussidi ambientalmente dannosi.
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