L o scorso 6 marzo Canale Energia ha promosso la giornata di lavori: “Luce sulla povertà energetica” per valutare quanto è noto il fenomeno della povertà energetica e quali sono le proposte, tra l’Italia e l’Europa, che possono aiutare a contrastarlo. Marina Varvesi di Aisfor presenterà i dati del progetto SMART-UP. Canale Energia l’ha intervistata in anteprima.

Può riassumermi l’anima di SMART-UP?

SMART-UP nasce per rispondere a due obiettivi dell’UE: da un lato, promuovere l’utilizzo dei contatori elettrici e, dell’altro, contrastare la povertà energetica. Si fonda su due presupposti: la mancanza di fiducia da parte dei consumatori nei confronti degli operatori, compresi quelli sociali, su tematiche relative all’energia e la carenza di strumenti per permettere ai consumatori in vulnerabilità/povertà energetica di contrastare il fenomeno.

SMART-UP è un progetto di ricerca sociale che mira a formare operatori sociali sulle questioni connesse alla povertà energetica e, successivamente, attuare un progetto pilota così da verificare l’efficacia di strumenti e metodologie di supporto per fornire aiuto e consigli ai consumatori in difficoltà. Il pilota sarà diviso in un progetto su larga scala, rivolto a 1.000 abitazioni, e di piccola scala, rivolto solo a 60 abitazioni.

Smart Up
I dati dell’indagine

Quali sono gli elementi che contraddistinguono i cosiddetti soggetti vulnerabili?

I soggetti vulnerabili, così come concluso da uno studio voluto dalla DG Giustizia della Commissione europea, sono coloro che hanno difficoltà a muoversi all’interno di un mercato e, tanto più il mercato è complesso, tanto maggiore è il rischio di vulnerabilità. I consumatori in condizioni di vulnerabilità energetica sono coloro che hanno difficoltà a comprendere le dinamiche del mercato energetico, gli attori, le diverse offerte, a valutare i propri bisogni e a scegliere le condizioni contrattuali più idonee.

Nel caso di SMART-UP, oltre alla definizione europea, ci siamo basati anche sulla definizione adottata nel Regno Unito dove la condizione di vulnerabilità è generata da condizioni temporanee (o meno) che non permettono al soggetto di svolgere un ruolo attivo e consapevole all’interno del mercato energetico: la non conoscenza della lingua, la mancanza di conoscenze e competenze di base, la vita in modo isolato, sia geograficamente che socialmente, etc.

Dunque la categoria dei vulnerabili non coincide con quella dei poveri energetici.

No, i vulnerabili sono coloro che non conoscono il mercato energetico mentre i poveri energetici sono coloro che non riescono a soddisfare appieno i loro bisogni energetici ma, generalmente, conoscono benissimo il mercato proprio perché hanno la necessità giornaliera di fare delle scelte sui loro consumi energetici.

Quali sono gli ostacoli e, di contro, le soluzioni al fenomeno?

Nello sviluppo del progetto SMART-UP sono diversi gli ostacoli che abbiamo incontrato: dalla limitata conoscenza del fenomeno, soprattutto negli attori provenienti dal settore sociale, alla difficoltà nel coinvolgere gli stessi consumatori.

Per coinvolgere gli attori sociali abbiamo collaborato con quegli operatori che già lavoravano sul campo e avevano rapporti di fiducia con persone in difficoltà. Un grande ostacolo è stata la diffidenza delle persone, non volevano parlare dei propri consumi e bisogni energetici e mostrare la loro bolletta energetica nemmeno a soggetti di cui si fidano per altre questioni. Paradossalmente, tutta l’impalcatura costruita per fornire ai consumatori informazioni sull’iniziativa e per rassicurarli sull’assenza di fini commerciali in qualsiasi fase del pilota, ha costituito un’ulteriore barriera nel raggiungere e coinvolgere l’utente finale. Nel momento in cui gli è stato chiesto di apporre una firma sul consenso informato spesso ha preferito optare per non partecipare al pilota.

Quanto è difficile coinvolgere i diversi stakeholder per risolvere il problema? 

SMART-UP è partito nel 2015 contattando gli stakeholder, principalmente attori del sistema sociale, per invitarli a partecipare all’iniziativa, essere formati sui temi del mercato energetico e, specificatamente, sui mezzi per contrastare la povertà energetica così da fornire consigli e supporto alle persone in difficoltà durante il progetto pilota.

Nonostante la duplice natura del fenomeno della povertà energetica, che comprende aspetti sociali ed energetici (in realtà anche più di due), gli stakeholder sociali avevano poca conoscenza del fenomeno e, durante i primi contatti, è stato spesso necessario spiegare il fenomeno e illustrare loro l’importanza del proprio ruolo.

Nella vostra analisi come si colloca l’Italia rispetto agli altri Paesi Ue?

La situazione varia da paese a paese e l’Italia si colloca in una situazione nella media sia in termini di caratteristiche delle famiglie vulnerabili, sia in termini dei consumi energetici, oltre che di risposta alle sollecitazioni ed interventi di SMART-UP per l’efficientamento.


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