Scaldare la propria abitazione è difficile per l’11% degli italiani. Secondo i dati Eurostat l’Italia è il quinto paese in Europa per indigenza nel riscaldamento domestico. Scende a 11esima come paese con più cittadini con problemi di infiltrazioni dal tetto. Tra le prime Cipro (31.1 %), Portogallo (24.4 %) e Ungheria (22.3 %).
Nel complesso in Europa sono il 6.9% della popolazione a non potersi riscaldare al meglio nella propria abitazione. Il dato europeo è comunque migliorato dal 2012 anno in cui la percentuale di abitanti con difficoltà a riscaldarsi era il 10.8%.
Al momento guardando ai risultati del 2019 vediamo nei primi cinque paesi Bulgaria (30,1%), seguita da Lituania (26,7%), Cipro (21,0%), Portogallo (18,9%), Grecia (17,9%) e Italia (11,1%).
I paesi con performance migliori sono: Austria e Finlandia pari merito con solo 1.8 % di persone in difficoltà e Svezia con l’1.9 %.
Purtroppo la classifica è aggiornata al 2019 il che promette, data la pandemia da Covid, di poter dare risultati peggiori nel prossimo anno aumentando fenomeni come la povertà energetica.
L’impatto ambientale delle abitazioni in Europa e in Italia secondo Eurostat
Nonostante questi dati che identificano una problematica costante di povertà energetica tra i cittadini europei, anche i dati di inquinamento da effetto serra causata dal riscaldamento della popolazione europea presenta nette divergenze tra i diversi Paesi, ma è in una fase di decrescita.
Le famiglie europee in media emettono emissioni di gas a effetto serra per il riscaldamento dai 39 kg pro capite in Svezia ai 1 760 kg in Lussemburgo .
Le emissioni di gas a effetto serra provengono dall’uso di combustibili fossili per il riscaldamento, per l’acqua calda sanitaria, per il cucinare e il raffrescamento.
Ciò ha rappresentato 716,3 kg pro capite nell’UE nel 2018, rispetto ai 912,8 kg del 2010.
Nel 2018, i valori più elevati, di oltre 1.000 kg pro capite, sono stati osservati in Lussemburgo (1 761,5 kg pro capite), Irlanda (1 263,2), Belgio (1 148,4), Polonia (1 044,0) e Paesi Bassi (1 009,2). D’altra parte, il valore più basso è stato trovato in Svezia (39,2), seguito da valori inferiori a 300 a Malta (114,3), Finlandia (231,9), Lettonia (237,3), Bulgaria (250,0) e Estonia (269,4).
Qualità della vita nelle abitazioni
Rispetto alla qualità delle abitazioni, sempre secondo l’Eurostat circa 17 % della popolazione europea vive in case sovraffollate, mentre il 33 % vive in una casa sottooccupata. Il che significa che è considerata troppo grande per i bisogni della famiglia che vive in esso. La causa classica di sotto-occupazione è individui anziani o coppie che rimangono nella loro casa dopo che i loro figli sono cresciuti e se ne sono andati. Nell’UE, nel 2019, un terzo della popolazione (33 %) viveva in una casa sottooccupata, una quota quasi stabile dal 2010.
Nel 2019, la quota più elevata di abitazioni sottooccupate è stata registrata a Malta (72,6 %), a Cipro (70,5 %) e in Irlanda (69,6 %), e la più bassa in Romania (7,7 %), Lettonia (9,6 %) e Grecia (10,7 %).
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