La quantità di calcare contenuta nell’acqua può influire in maniera negativa sul funzionamento degli elettrodomestici e degli impianti presenti all’interno delle abitazioni. Un solo millimetro di calcare nelle tubazioni che trasportano acqua calda – solo per fare un esempio – può aumentare il consumo energetico addirittura del 7%. Per cercare di limitare il fenomeno, MCE Lab, l’osservatorio sul vivere sostenibile promosso da MCE – Mostra Convegno Expocomfort, assieme ad Aqua Italia (ANIMA – Confindustria), ha realizzato una panoramica degli interventi più comuni per ottenere un’acqua più “sana” e meno “dura”, utile a garantire la longevità degli elettrodomestici e degli impianti. In particolare, quando parliamo di durezza dell’acqua intendiamo un valore che descrive la quantità totale di ioni di calcio e magnesio (provenienti dalla presenza di sali solubili nell’acqua) oltre che di eventuali metalli pesanti presenti.
Diminuire il livello di calcare
Un elemento centrale per rendere più efficiente la vita domestica è diminuire il livello di calcare attraverso sistemi di trattamento. Questa semplice operazione può infatti contribuire a risparmiare anche sulla spesa di tutti i giorni. Ma in pratica quali accorgimenti dobbiamo seguire? Un primo step potrebbe essere l’introduzione di modalità di consumo più efficiente per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria, voci rilevanti in termini di consumi di energia ed emissioni.
Ad esempio – si legge in una nota di MCE – se si installa “nella propria caldaia un sistema di dosaggio di polifosfati o un addolcitore è possibile ottenere un risparmio economico annuale di quasi il 20% sui costi generalmente sostenuti per il riscaldamento, stimato in 250/300 euro a famiglia. Questo garantisce inoltre la piena efficienza degli impianti, con un recupero di efficienza delle caldaie tra il 15 e il 17% annuo, cui si deve sommare il 5/6% sul circuito di riscaldamento”.
Consigli per migliorare la qualità dell’acqua
Ma quali sono gli interventi più facili da realizzare per cercare di migliorare la qualità dell’acqua nelle nostre abitazioni? Secondo MCE Lab ed Acqua Italia le regole d’oro sono tre
• Resina a scambio ionico
Con l’applicazione di un sistema di addolcimento con resina a scambio ionico, l’acqua passa attraverso una colonna contenente resina cationica in forma di sodio. L’acqua dura viene filtrata e gli ioni responsabili delle incrostazioni di calcare, calcio e magnesio, vengono trattenuti sulla superficie della resina e sostituiti da ioni di sodio, i cui sali non causano depositi. Oltre a offrire longevità agli impianti idrotermosanitari, l’addolcimento offre benefici in campo igienico-sanitario: biancheria più morbida e pulita e maggior durata degli indumenti.
• Dosaggio chimico
Il dosaggio chimico è tra le prime ed essenziali azioni a protezione degli impianti idrosanitari e delle utenze. I metodi più utilizzati sono:
– trattamento tramite dosatore di polifosfati idrodinamico, che utilizza prodotti chimici dall’alta azione antincrostante e anticorrosiva;
– trattamento tramite pompe dosatrici (impiegate soprattutto per grandi impianti).
Le apparecchiature di dosaggio chimico sono indicate in presenza di incrostazioni nelle tubazioni.
• Filtrazione di sicurezza più dosaggio di anticorrosivi alimentari
Il trattamento unisce la filtrazione meccanica, che trattiene particelle e impurità, con il dosaggio chimico, che a sua volta garantisce un’alta azione antincrostante e anticorrosiva.
Trattamento idrico e minor utilizzo di detergenti
Tra i vantaggi legati al trattamento idrico c’è anche quello di utilizzare meno detergenti (la durezza dell’acqua, antagonista dei tensioattivi). Basti pensare che il 60% del sapone utilizzato non concorre alla rimozione dello sporco ma viene “neutralizzato” dal calcare.
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