Partire da un progetto che state seguendo e puntare sui gap di cui siete a conoscenza. Questo il suggerimento che Marina Varvesi responsabile dell’area ricerca e innovazione di Aisfor, suggerisce per affrontare una progettualità europea. Nello specifico stiamo parlando di attività volte a contrastare la povertà energetica nel webinar “Strumenti e opportunità europei per affrontare la povertà energetica” organizzato dall’Alleanza contro la povertà energetica e Canale Energia.
A livello europeo si può agire su più fronti. Diverse sono le opportunità di progettualità. “Come Aisfor ci concentriamo soprattutto nei programmi Life Cet. Si tratta di progetti che prevedono un cofinanziamento eleggibile del 95%. Indicativamente i nuovi bandi Life stanno per uscire, forse i primi di aprile con scadenza metà settembre. E al 99% ci sarà di nuovo la tematica Ener Pov” spiega Varvesi. Per questo suggerisce a chi ha un progetto in via di definizione, di usare queste settimane per studiare i vecchi bandi così da prepararsi ai prossimi bandi.
Tra i prossimi focus non solo del programma Life, secondo la Varvesi sono in arrivo iniziative sulla finanziabilità delle politiche e iniziative sulla povertà energetica. In arrivo anche una progettualità sulle comunità energetiche che guarda anche oltre la povertà energetica.
Si può fare!
L’obiettivo del webinar è stato anche e soprattutto, dimostrare come sì è complesso, ma se si ha una buona idea e si rispettano alcune regole di sviluppo, il progetto europeo può rappresentare l’avvio di una nuova iniziativa. Vedi il caso di Rete Assist di cui è promotore e capofila proprio Aisfor, nato a seguito di un progetto europeo e che ha visto trovare una sua forza per evolversi.
In quest’ottica nel corso dei lavori sono stati presentati anche tre progetti attualmente in corso:
- Comanage dedicato alle comunità energetiche;
- Renoverty, impegnato nella riqualificazione di edifici vulnerabili in zone rurali;
- Entrack che si occupa della costruzione di politiche socio-energetiche con metodi partecipativi e supporto del modelling.
La progettualità europea è certamente sfidante. Tra i maggiori elementi di complessità e di soddisfazione c’è la possibilità di realizzare un coordinamento tra diverse anime e persone anche molto distanti in termini geografici, sottolinea Pierpaolo Romano project manager di Renoverty “stiamo andando avanti e stiamo riuscendo a raggiungere quelli che sono i nostri obiettivi” e per riuscire “serve tanta diplomazia” conclude.
“Sicuramente serve tanta voglia di lavorare su qualcosa di innovativo” rimarca “rompere gli schemi e pensare a qualcosa che non è stato fatto. Avere una mentalità flessibile” queste sono secondo Davide Parziale project manager di Comanage le caratteristiche di un project management di successo.
“Importante scegliere parte dei partner che si conoscono e di cui si ha fiducia, così da partire con una base solida” conclude Virginia Dicuonzo, projecty manager di Entrack.
Come partecipare ai bandi Life Cet, alcuni suggerimenti
Per partecipare a questa tipologia di bando bisogna presentare un progetto completo. “Stiamo parlando di circa 50 pagine molto dettagliate” continua Varvesi che puntualizza come “la Commissione da un obiettivo rispetto quello che è il contesto e le difficoltà al momento”. E’ su questo si finalizza quello che secondo loro dovrebbe essere l’obiettivo dei progetti presentati all’interno di Ener pov.
“La cosa importante sono le condizioni di eleggibilità e il fatto che un progetto debba essere presentato da almeno tre soggetti diversi e indipendenti tra loro, provenienti da tre diversi paesi europei diversi”.
Una delle prime difficoltà da superare per chi vuole presentare un progetto europeo sulla povertà energetica
Una delle prime difficoltà con cui ci si imbatte per presentare un progetto europeo, di qualsiasi tipo, è avere una rete di soggetti che operano nei paesi europei. “La condizione a cui si arriva in genere è un consorzio di 10 partner”. Come budget si tratta di una cifra variabile a partire da 1.5 milioni di euro. Ovviamente stiamo parlando di “un budget complessivo per i tre anni di durata per tutti partner”. Tre anni sarebbe la durata complessiva media di un progetto.
Kpi, come sceglierli e come valutarli
I Kpi, indice di performance delle diverse azioni presentate dal progetto che si sta elaborando, rappresentano un altro elemento chiave per l’accettazione del bando.
Non basta descrivere le attività che fanno parte del piano di lavoro “ma anche gli indicatori che raggiungiamo sia nei tre anni del progetto sia nella stima dell’impatto a 5 anni dal progetto. Questo aspetto chiarisce Varvesi: “Serve a far capire a Cinea, l’Agenzia esecutiva del programma Life, se il budget richiesto è in linea con gli indicatori attesi. Perché tra le varie leggi non scritte dei progetti europei è che deve valere la pena finanziarli”.
Tali indicatori cambiano da tematica a tematica. Ad esempio possono essere il numero di consumatori che hanno ridotto i costi energetici; il numero di programmi di capacity building e così via. Si tratta di identificare il numero di indicatori legati al topic il progetto che stiamo presentando. Quantificando in che misura favorisce l’avvio di investimenti e di che entità di investimenti stiamo parlando, come il risparmio di energia primaria; l’impatto delle azioni etc.
Diversi anche i siti e le analisi che ha mostrato nel corso del webinar la responsabile dell’area ricerca e innovazione di Aisfor che potete trovare nel dettaglio nella registrazione del webinar in alto alla pagina.
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