Per incentivare il fotovoltaico le aziende che installano gli impianti devono proporre pacchetti con prestiti ad hoc; ma così è ancora un buon investimento?
Moltissime famiglie italiane scelgono di impegnarsi nell’installazione di un impianto fotovoltaico sui tetti della propria abitazione che, lo ricordiamo, a differenza dei normali pannelli solari che scaldano semplicemente l’acqua, produce energia elettrica per soddisfare i fabbisogni energetici della casa. Si tratta di un investimento oneroso e in molti casi è necessario chiedere un prestito; in questo caso potremmo optare per la possibilità di porre uno Agos e i suoi tassi a confronto con quelli di IBL, Findomestic, ecc, e individuare la soluzione più favorevole.
Abbiamo citato l’interesse delle famiglie per il fotovoltaico non a caso, infatti il segmento residenziale rappresenta ancora il grosso del mercato italiano del fotovoltaico: ben il 39% della capacità solare installata nel 2013 proviene proprio dagli impianti casalinghi. Quello attuale, secondo i dati del Solar energy report 2014 presentato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, è ancora un buon momento per scegliere il fotovoltaico.
L’energia solare ha avuto, da sempre, un ruolo pionieristico per ciò che concerne lo sviluppo in chiave green ed è storicamente una delle fonti naturali più redditizie oltre che uno dei poli di studio che ha attratto maggior attenzione da parte di start up e gruppi di ricerca. E i risultati si vedono.
Continua infatti la riduzione del prezzo chiavi in mano degli impianti, in calo del 12%, dovuta a tre ragioni principali: il cosiddetto effetto “inventory“, ovvero la discesa dei prezzi dovuta al materiale accumulato nei magazzini della filiera di distribuzione, la riduzione del costo di inverter, progettazione e installazione e infine la sostanziale stabilità nel prezzo di acquisto dei moduli del fotovoltaico. Tuttavia i vantaggi in bolletta e la prospettiva dell’autonomia energetica non sono ancora leve sufficienti a invogliare i proprietari.
Le aziende che producono gli impianti fotovoltaici devono quindi muoversi sul mercato con pacchetti “garantiti” e “chiavi in mano“, oltretutto accompagnati da piani di finanziamento della spesa personalizzati: tutti elementi che dovrebbero stimolare la domanda anche nel momento in cui, cosa che probabilmente accadrà presto, gli incentivi così vantaggiosi sul fotovoltaico verranno meno.
“Da un lato è cambiato il paradigma dell’investimento, che con la tariffa incentivante del Conto energia aveva una logica finanziaria, mentre ora è invece puramente energetica: si chiedono più garanzie e certezze di risultato”, dichiara Giampiero Bresolin, responsabile punti verdiDomotecnica.
“Dall’altro c’è un problema della mancanza di disponibilità economica immediata – prosegue Bresolin – la soluzione è nell’integrazione tra servizi di efficienza e finanziamento dell’intervento”. Prodotti di finanziamento interessante provengono non solo dalle aziende che si occupano direttamente di fotovoltaico, che da parte loro hanno stretto accordi con gli istituti di credito, ma anche direttamente da banche e finanziarie.
“L’importante è però rivolgersi a chi sia in grado non solo di pianificare la spesa, magari con un livello rata/reddito che riconosca il merito di credito derivante dal risparmio energetico – dichiara sempre Bresolin – ma anche di assicurare il risultato grazie a una precisa analisi di partenza”. Quindi sarebbe opportuno non solo creare finanziamenti ad hoc per chi sceglie l’energia solare (cosa che di per sé già esiste) ma prestiti agevolati per chi sceglie l’installazione del fotovoltaico, che, a tutti gli effetti, è un investimento in grado di produrre un guadagno nel lungo periodo.
Infatti, sebbene a causa degli interessi sul prestito i guadagni complessivi sulla vita utile dell’impianto vengano un po’ ridotti, l’investimento resta in sé conveniente anche per chi è costretto a sottoscrivere un prestito per pagare il costo iniziale di installazione del fotovoltaico.
Di Marco Zaninelli
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