Povertà energetica, riparte la campagna d’informazione

Cgil, Spi, Filctem e Federconsumatori chiedono informazione trasparente e interventi politici mirati

Aiutare i consumatori a orientarsi tra prezzi e tariffe, tutelando chi vive condizioni di povertà energetica. È l’obiettivo della campagna d’informazione rilanciata da Cgil, Spi, Filctem e Federconsumatori che ha già visto impegnate le quattro organizzazioni nel corso del 2024.

povertà energetica
Foto di Riccardo Annandale su Unsplash.

La campagna sollecita con urgenza il rafforzamento delle misure di contrasto alla povertà energetica, il disaccoppiamento del prezzo finale dell’energia elettrica dal prezzo del gas e la revisione dell’albo dei venditori di energia. Oltre a ciò, l’autonomia differenziata costringerebbe le singole Regioni ad affrontare il tema dell’energia autonomamente, quando invece “andrebbero costruiti interventi che guardano a politiche europee per famiglie e imprese”.

Povertà energetica: campagna a tutela dei più vulnerabili

Le organizzazioni ricordano che in Italia più di 8 persone su 100 vivono in condizioni di povertà energetica, dato che peggiora nella fascia di popolazione anziana e che “sembra destinato ad aggravarsi alla luce del rincaro dei prezzi dell’energia”. Invocando specifici interventi politici, “il rischio è che le tensioni geopolitiche, in assenza di interventi mirati, portino a nuovi aumenti delle bollette”.

In particolare, si chiede l’aumento dell’importo del bonus energetico, allargando la platea dei beneficiari e semplificando l’iter per l’accesso. Allo stesso tempo, a giudizio delle sigle sindacali, occorrerebbe puntare su interventi che accrescano l’efficienza energetica delle abitazioni,  “consentendo così di abbattere la spesa e ridurre i consumi di energia” si legge nella nota stampa. E ancora, sarebbe opportuno stabilire un “automatismo che, a differenza di quanto accade finora, faccia scattare l’ingresso nel mercato tutelato al compimento del settantacinquesimo anno di età”.

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“Soggetti più fragili esposti al rischio di contratti onerosi e poco chiari”

Il servizio di vulnerabilità, a differenza del precedente servizio di maggior tutela, “ha assunto un carattere di natura sociale e l’attuale determinazione della tariffa non risponde a questa esigenza”. Le quattro sigle sollecitano le aziende del settore a impegnarsi in un’informazione trasparente agli utenti, sottolineando che nei mesi scorsi “la fine del mercato tutelato aveva già esposto i soggetti più fragili al rischio di incorrere in contratti particolarmente onerosi e poco chiari o in vere e proprie truffe”.

In particolare, per Federconsumatori è necessaria una revisione del metodo di determinazione delle tariffe del servizio di tutela delle vulnerabilità: “È assurdo che le fasce più deboli siano quelle che, ad oggi, subiscono in maniera più pesante gli effetti di queste speculazioni. In tal senso è necessario svincolare il metodo tariffario da meccanismi di mercato”.

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