Gli ultimi dati disponibili indicano che, nel 2021, le famiglie lombarde in condizioni di povertà energetica fossero circa 230mila, pari al 5,1 per cento del totale (contro l’8,5 per cento della media nazionale).
Per chi vive in un’abitazione costruita dopo il 2010 la probabilità di andare incontro a questo fenomeno è inferiore di dieci punti percentuali rispetto a chi vive in un edificio costruito prima del 1950. Gli abitanti dei Comuni montani e pedemontani non turistici sono quelli più a rischio, a causa di abitazioni di qualità inferiore, condizioni climatiche sfavorevoli e minore capacità di spesa.
Il documento del CPCV lombardo sulla povertà energetica
È proprio per far fronte al fenomeno della povertà energetica in Lombardia che il Comitato paritetico di controllo e valutazione delle leggi (CPCV), struttura bipartisan del Consiglio regionale, ha approvato in data 25 gennaio un documento contenente apposite indicazioni.
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Le strategie delineate possono essere così riassunte:
- migliorare le modalità di raccolta dei dati riguardanti la qualità energetica degli alloggi sociali, con particolare riguardo al patrimonio abitativo ALER (Aziende lombarde per l’edilizia residenziale pubblica);
- aumentare l’efficienza dei sistemi di monitoraggio dei consumi di energia;
- avviare campagne informative e di sensibilizzazione più diffuse e mirate, anche attraverso le istituzioni comunali e le scuole, così da promuovere comportamenti più sostenibili;
- affrontare le criticità che riducono l’efficacia dei bonus energia e determinano possibili disparità di trattamento tra destinatari (tipologia di riscaldamento e soglia Isee, per citarne alcune).
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Il documento finale, i cui relatori sono stati Silvana Snider (Lega) e Manfredi Palmeri (Lombardia Migliore), conclude la missione valutativa dal titolo “Cittadini a rischio di povertà energetica”, svolta dal CPCV con il supporto dell’Ufficio studi del Consiglio e dalle università di Padova e di Brescia.
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