La povertà energetica soffre molto gli effetti del caldo estivo sempre più forte e inaspettato. Non a caso la Commissione europea sta ponendo sempre più attenzione a questa stretta connessione tanto da commissionare una prima ricerca sul tema.
“In realtà la povertà energetica è un tema che impatta tutto l’anno sulla qualità della vita o della vita delle persone“, spiega ai microfoni di Canale Energia Marine Cornelis autrice della ricerca UE. Il caldo fa ogni anno tantissime vittime, “è stato calcolato che siamo intorno ai 48 o 50 mila decessi all’anno dati dal caldo. Una cifra enorme di cui però non è semplice individuare le cause esatte di vulnerabilità”. Il tema è come calcolare la povertà energetica. Al momento quel che è certo è “la relazione tra ondata di calore ed eccesso di caldo.”
“A livello europeo al momento mancano dei dati sulla percezione delle persone” spiega Cornelis. “Ad esempio la percezione del troppo caldo, la mancanza di comfort e la capacità di rinfrescare la casa. Sulla percezione del caldo abbiamo dati solo del 2012. Si tratta di dati che non si stanno più raccogliendo, nonostante ci siano stati 10 anni molto caldi”.
La politica energetica da sola non basta, serve una politica climatica
Manca forse una cultura del caldo? In realtà il bisogno di rifrescarsi non trova risposta solo nei sistemi di raffrescamento “funzionano fino a un certo punto. Abbiamo bisogno di una casa più fresca ma anche di un contesto più rinfrescato. C’è troppo cemento intorno a noi. Il primo modo a cui dovremmo pensare sono le politiche climatiche in sinergia a quelle energetiche”.
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A questo si somma anche il tema dell’efficienza energetica delle case da cui emerge nonostante i dati frammentati che “le case che sono meno efficienti di inverno lo sono anche in estate.”
Il costo della tariffa e la necessità di un mercato realmente resiliente e flessibile
“Senza contare che spesso chi è in povertà energetica può avere difficoltà a sostenere il costo di un servizio di raffrescamento”.
“Su questo bisogna lavorare anche affinché ci siano offerte che riflettono queste situazioni”. Se ci fosse un allineamento tra prezzi e produzione di energia fotovoltaica si potrebbe lavorare su un abbattimento di tariffe”.
Un concetto che va oltre la sola comunità energetica rinnovabile. “Se si lavora con una dimensional flexibility con una produzione di energia che sia equilibrata all’uso della stessa con dei prezzi più bassi nel momento della produzione”.
Una transizione resiliente nella tutela dei vulnerabili di domani
Una nuova sfida per il Continente europeo che sta iniziando a ragionare in ottica di “Just resilience” quindi con politiche di sviluppo guardino anche a una transizione giusta e resiliente. “Considerato che siamo il Continente che si riscalda di più e che invecchia di più. Un domani siamo tutti vulnerabili, si tratta di un fenomeno che adesso sembra lontano, ma quando guardiamo al futuro prossimo dell’Europa dobbiamo pensare a come fare per tutelarci meglio ed essere più resilienti nei confronti del cambiamento climatico”.
Per approfondire la ricerca pubblicata da Marine Cornelis ecco il link
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