“Dobbiamo capire che quando parliamo di transizione energetica parliamo di una transizione molto più complessa di quanto descritto da una narrativa comune. Non è la sostituzione di una fonte con un’altra ma un’evoluzione dei modelli energetici che coinvolgono: fonti, modelli industriali e infine gli usi finali” spiega Franceso Gattei, Eni scenari opzioni strategiche e v.p. inventions relations, all’apertura dell’evento che si è tenuto oggi 4 giugno presso il centro conferenze Eni: “Consumatori, associazioni e aziende: l’evoluzione dello scenario italiano”. Evento in cui la società petrolifera ha illustrato oltre alle sue strategie fino al 2030, la centralità dell’analisi dell’umore e dei rapporti con gli utenti finali. Elemento parte della transizione in quanto, per dirla con le parole dello stesso Gattei “Il cambiamento di tutti i paradigmi è la costruzione di come facciamo le cose e di come modifichiamo il nostro fabbisogno e usi finali”.
L’indagine, realizzata tramite 130 interviste tra qualitative e quantitative ai responsabili delle associazioni dei consumatori a livello nazionale e regionale, ha delineato alcuni temi chiave per il consumatore italiano, di cui i maggiori trend emersi sono stati: il passaggio al mercato libero, la sostenibilità ambientale e sociale.
Come ha illustrato Nando Pagnoncelli, ad di Ipsos, che ha presentato i risultati dell’indagine, la sostenibilità è intesa dal panel degli intervistati come mobilità sostenibile, transizione energetica ed economia circolare. Di queste tre declinazioni la mobilità sostenibile è percepita come una priorità concreta dai cittadini, mentre la transizione energetica è percepita più come un processo “promettente ma ancora agli inizi”. Infine la terza declinazione, l’economia circolare, è percepita come una “vera rivoluzione” ma ha ancora un carattere “aspirazionale”.
L’impegno delle aziende energetiche su questi temi è recepito come “abbastanza buono” ma “si potrebbe fare di più”.
Mobilità sostenibile
Riguardo la mobilità, nella tavola rotonda che è seguita all’esposizione dei dati, Giuseppe Ricci, Eni chief refining and marketing officier, sottolinea come l’approccio dell’azienda alla mobilità è di “considerare soluzioni diverse insieme. Dal vettore energetico al modello di sharing. La nostra visione spazia da idrogeno a fuel convenzionale e a elettrico ma metteremo colonnine ricarica dove avrà un senso logistico/pratico. Quindi grandi arterie e nel centro, dove è possibile avere lo spazio per parcheggiare le auto rispettando i tempi necessari alla ricarica”.
Big data
Escluso, ma considerato rilevante, il tema dei big data, di cui non viene molto recepita la connessione con gli aspetti energetici. Lo scarso peso percepito sui big data in ambito energetico suscita il commento del presidente di Arera Stefano Besseghini “questa è un’ area su cui avere un pò di consapevolezza in più aiuterebbe a utilizzare meglio alcuni strumenti”.
Liberalizzazione del mercato
Rispetto il tema della liberalizzazione, invece, c’è una percezione negativa soprattutto a livello locale. Dato che Giovanni Calabrò, dg Tutela consumatori Autorità garante della concorrenza e del mercato, commenta come causato dalle difficoltà che si riscontrano nelle attività di tutela ed enforcement anche come AGCM. “In parte dovute alla fase di transizione e ad azioni lineari dei grandi attori”. Infine l’indagine evidenzia una percezione di mal gestione della transizione al mercato libero, bolletta ancora poco chiara e relazioni tra aziende e consumatori non soddisfacenti.
Bolletta energetica poco chiara
Rispetto la percezione della bolletta come “oggetto misterioso”, sempre il presidente Besseghini suggerisce come “forse dobbiamo far crescere la capacità di leggere questa bolletta. Da questo punto di vista mi stupisce che ancora non vediamo comparire iniziative di digitale sulla bolletta, appoggiando al cartaceo elementi informativi interattivi che potrebbero aiutare a comprenderla”.
Povertà energetica
Non manca nel dibattito finale un’attenzione alla povertà energetica, fenomeno in crescita nei paesi sviluppati e portato all’attenzione della platea da Paola Pietrantozzi, segretario nazionale di Adiconsum, presente in sala, che vede nella necessità di chiarezza verso il consumatore e nella digitalizzazione uno strumento per contenerla. Anche le infrastrutture, rappresentano una strategia di uscita dalla situazione di povertà energetica o vulnerabilità, come risponde lo stesso Ricci.
In questo contesto, l’indagine evidenzia una percezione positiva del brand Eni e un allineamento tra la strategia delle aziende e le priorità emerse dal panel. “Non abbiamo asset interni” spiega l’ad di Eni gas e luce Alberto Chairini, riferendosi a produzione energetica o reti “il nostro unico asset sono le persone”. Per questo l’ad sottolinea come, in un prossimo futuro, la vision aziendale sia nel fornire tutti i servizi di assistenza integrata all’utente incluse attività di efficienza energetica.
La strategia Eni al 2030
Decarbonizzazione, rinnovabili, gas e power e raffinazione chimica, upstream. Questi gli asset della strategia al 2030 di Eni presentati da Franceso Gattei, scenari opzioni strategiche e v.p. inventions relations dell’azienda.
Gattei spiegando i punti di sviluppo dell’azienda esplicita come il petrolio rappresenti un fattore fondamentale di cui è necessario efficientare i processi chimici con cui viene trattato, perseguendo politiche di ricerca ed estrazione. “Vogliamo crescere del 3,5%” spiega Gattei, differenziando i mercati anche verso Messico, Norvegia e Medio Oriente, “dove siamo stati chiamati a operare” riferendosi a quest’ultimo.
“Tutti i nostri siti devono essere progressivamente efficientati” con anche l’inserimento di impianti di rinnovabili, di cui vogliamo a arrivare a produrre 5GW nel 2025. “Vogliamo crescere nel mercato del GNL: oggi siamo a 9milioni di tonnellate annue. Vogliamo arrivare a 16 tonnellate nel 2025 e lo possiamo fare perché abbiamo le risorse del gas e facciamo efficienza lungo tutta la filiera. Per questo vogliamo arrivare a vendere nel retail”.
Infine la decarbonizzazione segue un modello innovativo con la tutela del patrimonio forestale vogliamo arrivare al 2030 con un ciclo operativo a emissioni zero.
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