In questo numero del mensile l’intento è fare chiarezza tra i consumatori rispetto alla prossima liberalizzazione del mercato energetico (1° luglio 2019). Non possiamo ignorare la polemica che ha preso piede negli ultimi giorni sulla socializzazione della morosità, su cui diverse associazioni di consumatori stanno cercando di intervenire. Di fatto, l’obbligo di garanzia è stato spostato completamente in capo agli utenti che agiranno come fondo di compensazione. In realtà non si tratta di una reale novità.

Quello che cambia è che, se prima i venditori dovevano prestare delle garanzie per dimostrare di essere onesti e solventi, riuscendo a far fronte alle fideiussioni richieste dai distributori di energia che permettevano loro di passare sulla rete elettrica, oggi possono rivalersi sui consumatori finali. Questo accade a seguito della sentenza del Consiglio di Stato n. 2182 del 2016 in cui si accoglie la richiesta degli operatori: “Non è il venditore a dover fornire le garanzie al distributore, perché le leggi che hanno costituito gli oneri generali di sistema dicono che sono in capo all’utente”. E continua affermando che “l’Autorità per l’Energia non ha il potere di imporre ai venditori di pagare le garanzie ai distributori”. Da qui la delibera 50/2018/R/eel dell’ARERA che ha valenza retroattiva da gennaio 2016. La morosità è ricaricata nei servizi di trasporto, con una quota calcolata facendo riferimento a morosità generate tra il 2015 e il 2016 nel libero mercato e nel Centro-Sud, meccanismo peraltro già adottato nel servizio idrico.

In questo modo non sarà possibile non pagare la morosità, come suggeriscono audio e video virali online, perché di fatto non è scindibile con chiarezza l’entità dell’addebito, inserita nella generica voce in bolletta “servizi di trasporto ad oggi”. Il disappunto sulla rete è legato al recepimento di una ingiustizia: “Non solo IO PAGO, ma soprattutto pago perché le aziende non sanno controllare i morosi, agire per riscuotere e soprattutto impedirgli di ‘surfare’ tra un contratto e l’altro”.

Di fatto il timore è più legato alla disincentivazione di una corretta riscossione della morosità da parte del venditore. Come puntualizza in una nota l’associazione di consumatori Codici: “L’Autorità ha cambiato il meccanismo, quindi l’operatore non è più incentivato a fare una bolletta corretta e puntuale come col meccanismo precedente perché ne rispondeva in prima persona con le proprie garanzie, ora l’obbligo di garanzia è stato spostato completamente in capo ai consumatori che attraverso la socializzazione della morosità riempiranno le casse del fondo di compensazione”.

WahatsupebolletteaÈ la reale novità del documento per la consultazione 52/2018/R/eel sul “meccanismo di riconoscimento degli oneri di sistema non riscossi e altrimenti non recuperabili, applicabile agli utenti del servizio di trasporto di energia elettrica”, in consultazione fino al 26 febbraio. La morosità che in questo caso finirà in bolletta sarà quella lasciata dagli utenti.

Il tam tam social fa riferimento a una cifra che cresce di momento in momento in bolletta – i fantomatici 35 euro – ma ad oggi tutti i numeri citati sono parzialmente attendibili.
Per il momento, quindi, siamo fermi ai rimborsi dei circa 200 milioni di euro.
La differenza, se ci sarà, la conosceremo dopo il 26 febbraio.


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Giornalista, video maker, sviluppo format su più mezzi (se in contemporanea meglio). Si occupa di energia dal 2009, mantenendo sempre vivi i suoi interessi che navigano tra cinema, fotografia, marketing, viaggi e... buona cucina. Direttore di Canale Energia; e7, il settimanale di QE ed è il direttore editoriale del Gruppo Italia Energia dal 2014.